Sono passati sette anni da quando ci ha lasciato ma non si possono dimenticare la sua gentilezza, l’educazione, il silenzio, la discrezione, la semplicità, l’umiltà, che lo hanno reso ciò che era e che è rimasto impresso nella mente di tutti, tifosi e non. “Roberto mi manca nel caos delle parole inutili, dei valori assurdi, delle menate, in questo frastuono di cose vecchie, col vestito nuovo. Mi manca tanto il suo silenzio” dice con tono accorato un suo amico intimo. Manca, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, anche a tutti noi. Oggi sono sette anni, Dio solo sa quanto ne avremmo davvero bisogno tutti; ci manca il calcio gentiluomo e carismatico di una persona perbene. La sua generosità e aiuto ai compagni altro non erano che manifestazioni calcistiche del suo altruismo. L’eleganza e la gentilezza di Roberto, sono stati e saranno per sempre il più bel manifesto che hanno meglio incarnato il suo stile. Quando il calcio era solo un gioco esistevano per ogni squadra i giocatori bandiera, Roberto non era un fuoriclasse, ma un ragazzo dalle doti umane fuori dal comune.
Il suo percorso nella sua città ha rivelato a tutti le sue qualità che andavano ben oltre le sue capacità a prendere il pallone a pedate: un gentiluomo che non aveva mai perso l’umiltà e l’umanità, in grado di ascoltare, un leader positivo. Così è diventato ciò che a nessuno, neanche ai campioni più osannati, riuscirà mai. Su quel campo da gioco oggi diventato parco, Roberto ha passato gran parte della sua vita, prima da bambino che sogna di essere calciatore, poi da calciatore che ha fatto diventare realtà il sogno, poi da allenatore e infine da presidente-commissario del suo Mesagne. Roberto può essere considerato rappresentativo di tutte quelle persone che hanno dato tanto allo sport, ai giovani, agli altri. Di tutti coloro che non sono stati campioni degni di nota, ma semplici protagonisti della vita comunitaria con la forza della passione e della generosità. In questa continuità spazio-temporale c’è un messaggio che Roberto ha fatto suo e ha trasmesso agli altri: il diritto che ha ogni bambino o ragazzo che pratica sport, di non diventare campione a tutti i costi.
L’impegno di non creare fuoriclasse, ma di offrire un contributo importante alla crescita di generazione di bravi ragazzi, ora uomini, è l’eredità che ha lasciato Roberto, che è stato molto apprezzato nel calcio ma è stato un fuoriclasse come nella vita. Nei prossimi giorni, situazione sanitaria permettendo, gli amici di Roberto organizzeranno una serie di eventi tra cui un torneo di calcio “non competitivo” riservato ai bambini/e in cui si sentano protagonisti. La manifestazione si svolgerà su quel campo che è stato teatro di tanti incontri di calcio, ora diventato parco urbano, vero polo attrattivo della città di Mesagne.