E’ una domanda che mi torna in mente continuamente in questi giorni. In questi giorni, in cui tanti si cimentano ad arrovellarsi il cervello se chiudere o aprire il centro storico. Come se chiudere o aprire possa essere un desiderio personale e non invece (come dovrebbe essere) la conclusione di uno studio ed una elaborazione di questo pezzo di territorio. Non vorrei che quando si parli di centro storico, si pensi solo a PIAZZA COMMESTIBILI e quello che c’è dentro le mura. Se così è non credo che avrà mai un futuro. Mi piacerebbe dare, come ho sempre tentato di fare, il mio piccolo contributo. Vengo subito al dunque, ponendomi e ponendovi delle domande, con la speranza che tutti insieme riusciamo a darci delle risposte e costruire qualcosa che duri nel tempo.
1) I centri storici delle città italiane sono destinati ad un irreversibile declino economico,sociale e culturale, oppure la sfida per rigenerare le città riparte da un rinnovato magnetismo di questi luoghi storici?
2) Le città di media dimensione, sono condannate ad una crescente marginalità, rispetto alle grandi aree metropolitane, oppure possono costituire i luoghi di un rinascimento economico?
3) E’ possibile localizzare nei nostri centri storici, una nuova economia urbana, fatta di terziario avanzato, conoscenze innovative,importanti relazioni internazionali e una classe di giovani qualificati e innovativi, privati, che abbiano vere caratteristiche per sviluppare il futuro dei prossimi 20/30 anni? Sono queste e altre le domande alle quali bisogna dare con urgenza risposte. La nostra è stata una città e in particolare un centro storico che per lungo tempo ha potuto contare su una economia urbana supportata da una agricoltura competitiva, da una pubblica amministrazione articolata e un buon flusso turistico. Con il venir meno di questi ingredienti prevale una crisi economica ed identitaria. Pochi mesi fa, studiosi di centri storici in un convegno fatto a Bolzano, sono arrivati alla conclusione con delle linee guida che faccio mie e mi permetto di sottoporle alla vostra attenzione: OCCORRE
1) L’ esistenza di un piano di sviluppo di medio, lungo termine,non oggetto di
contestazioni e che preveda l’attuazione graduale e coordinata di interventi
riguardanti la struttura edilizia, l’economia, l’urbanistica e la VIABILITA’ (pedonalizzare).
2) Un ” URBAN BRANDING” (marchio urbano) chiaro e trasparente nel bacino di influenza regionale e sovraregionale.
3) Il coraggio di avviare programmi innovativi e fuori dall’ordinario.
4) Un marketing urbano professionale e di lunga visione.
5) Una buona motivazione e un sensibile impegno dell’investimento, ciascuno nella propria sfera di influenza, da parte dei cittadini, degli imprenditori, dei proprietari degli immobili.
E’ molto importante creare una sinergia tra pubblico e privato (vera partecipazione). Una amministrazione attenta e che vuole bene al suo centro storico deve avere coraggio e idee. Ho il dubbio che il coraggio di fare ci sia, ma manchino le idee. Basterebbe, con modestia ed umiltà, riprendere i lavori velocemente da dove hanno lasciato Cosimo Faggiano e Bianca Morleo. Avevano programmato e messo a punto un ottimo progetto al quale si poteva dare seguito. Grazie per l’ospitalità,spero di aver potuto dare il mio piccolo contributo”.
Enzo Rubino