Gentile Direttore,
ieri sera avrei potuto assistere ad uno spettacolo davvero bello. Uso il condizionale non perché non mi sia recata in Piazza Orsini, luogo scelto per la rappresentazione, ma perché gli organizzatori (il Comune?…il Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura?… o chi?) ce l’hanno messa tutta per trasformare la “Serata d’onore” in una serata di nervi scoperti. Lo spettacolo prevedeva la recita di poesie, tutte bellissime, da parte di un attore famoso, Michele Placido, intervallate da canzoni napoletane tratte dal repertorio classico, eseguite da un fantastico duo. La piazza, come forse saprà, era stata divisa dalla strada e soprattutto dal ristorante che vi si trova, da un “tendaggio”, immagino di plastica, che chiudeva alla vista, non certo però ai suoni ed ai rumori. Ed il punto è proprio questo: ma si può ascoltare” la Pioggia nel Pineto” col sottofondo di piatti e posate? Ci si può lasciar andare alle note immortali di Donizetti ,mentre bambini urlano e piangono come disperati ad un tavolo a cui evidentemente ( e giustamente direi) non hanno nessuna voglia di star seduti? Si può offendere così il talento e la professionalità di artisti veri che hanno ancora voglia di diffondere cultura in giro per le piazze di paesi anche piccoli, rinunciando magari a serate meno faticose e più redditizie? Lo stesso Placido (di cui non si può non rimarcare la pazienza e la signorilità con cui ha affrontato il frastuono) alla fine dello spettacolo ha detto che bisogna fare un discorso al sindaco perché queste cose non si ripetano.
E allora Direttore, che possiamo fare per dimostrare a chi viene qui a recitarci i versi con la storia eterna di Paolo e Francesca o a farci riascoltare le dolci melodie di Salvatore Gambardella, che siamo pronti , siamo all’altezza delle loro proposte, desideriamo poterci immergere totalmente sul palcoscenico in una comunione ideale con gli attori, con i poeti, con la musica, con la fantasia? E soprattutto… senza piatti.
Cordialità
Lavinia Vacca