A margine dell’incontro con la stampa e i cittadini di Mesagne tenutosi oggi presso la Villa Comunale della città, il deputato Giovanni Luca Aresta ha rivolto agli elettori un ragionato appello al SI al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020.
Questo è il testo dell’appello:
“Da anni assistiamo ad uno scollamento tra istituzioni e cittadini, far finta di non vedere questo scollamento sarebbe da irresponsabili. La cosiddetta antipolitica si nutre di questo malessere ma rimanere asserragliati su procedure e numeri che hanno fatto il loro tempo, non è una risposta efficace. Quando abbiamo deciso di mettere mano al numero dei parlamentari abbiamo scelto di puntare sulla modernizzazione dell’istituzione parlamentare e di valorizzare al massimo la rappresentanza democratica. Non sempre – e purtroppo la storia della nostra Repubblica è lì a dimostrarlo – un numero alto di parlamentari significa maggiore rappresentatività.
Con il Si al referendum approviamo una riforma che migliora le cose e allo stesso tempo avviamo un percorso virtuoso che vuole riscattare la politica agli occhi dei cittadini.
Da giurista con una forte impronta democratica, sono molto legato alla Costituzione e se questa riforma ne rappresentasse davvero un sabotaggio dei suoi valori fondanti, come una parte dello schieramento del No va sostenendo, non starei certamente da questa parte.
Il numero dei parlamentari – è utile ricordarlo – non venne deciso dai Costituenti, ma nel 1963. Per l’Italia del boom economico, in rapida crescita e con un forte divario tra Nord e Sud del Paese, era giusto avere una rappresentanza larga e capillare. Oggi siamo nel 2020, al tempo di internet e dei grandi mezzi di comunicazione, il rapporto stesso tra eletto ed elettore è cambiato. Non possiamo avere lo sguardo rivolto al passato, dobbiamo immaginare il futuro in cui i termini democrazia e partecipazione trovino nuove declinazioni e tornino ad essere il “sale” della politica.
Per noi questa riforma è il primo passo. Se venisse respinta difficilmente potremo mettere mano al Rosatellum, la legge elettorale voluta da Renzi e Salvini nella scorsa legislatura, fatta di liste bloccate e candidati decisi nel chiuso delle stanze dei partiti. Il successo del referendum imporrà una nuova legge elettorale nella quale siano pienamente garantiti il pluralismo e la rappresentanza delle idee e dei territori. Imporrà inoltre di mettere le mani ai regolamenti parlamentari. La vittoria referendaria apre una nuova breccia nelle incrostazioni della politica, inaugura una fase di riforme orientate alla qualità e all’efficienza e dà ai cittadini la possibilità di realizzare ciò che hanno sempre chiesto: meno e meglio! Col referendum si inizia quindi a spostare il “potere” dai partiti ai cittadini.
Nel rivolgermi agli elettori chiedo di recarsi in tanti e tante alle urne per esprimere un SI consapevole e informato. Vi chiedo di sostenerci in questa lotta per il cambiamento. Insieme possiamo costruire una democrazia più moderna e matura. Il 20 e 21 settembre possiamo iniziare a disegnarla insieme.”