(da BuoneNuove di novembre 2020) – Una ricerca dell’Università di Berkeley in California ha mappato le risposte emotive di oltre 2500 persone di età e cultura diversa all’ascolto di migliaia di canzoni dei generi più diversi: rock, folk, jazz, musica classica, commerciale, sperimentale, fino all’heavy metal. Il risultato è stato che l’esperienza soggettiva dell’ascolto può essere racchiusa in 13 emozioni: divertimento, gioia, erotismo, bellezza, rilassatezza, tristezza, fantasia, trionfo, ansia, paura, fastidi, ribellione, energia. In questa “libreria delle emozioni” un ruolo di primo piano ce l’hanno i lavori dei nostri Boomdabash. Biggie Bash (Angelo Rogoli), Payà (Paolo Pagano), Blazon (Angelo Cisternino) e Mr. Ketra (Fabio Clemente) negli ultimi anni stanno scalando le classifiche delle canzoni italiane con i loro lavori divertenti, belli e, spesso, con riferimenti erotici. Adesso, però, hanno fatto un salto di qualità producendo un brano natalizio che stringe il cuore ed emoziona in maniera straordinaria. Da qualche tempo abbiamo il privilegio di sentire in anteprima i nuovi brani della band salentina e ogni volta è un’emozione indescrivibile.
Questa volta i nostri si sono superati ed hanno prodotto un brano dall’intenso valore umano. Sarà perché orami sono cresciuti musicalmente, grazie alle importanti collaborazioni intraprese con autori e cantanti di spessore del mondo della canzone italiana, oppure saranno gli anni che avanzano e li hanno resi più riflessivi, ma il nuovo pezzo che uscirà ufficialmente il prossimo 13 novembre è davvero un concentrato di esperienza e maturità. “Lo avevamo preparato diverso tempo fa e stavamo aspettando di produrlo per presentarlo alla prossima edizione di Sanremo – ci dice Blazon mentre, per un momento, lascia il suo hobby di meccanico -. Poi ci siamo guardati in faccia ed abbiamo deciso di uscire con questo pezzo che segna un punto di svolta per i Boomdabash”. Nella loro storia artistica, lunga oramai 18 anni, hanno affrontato temi sensibili e di grande impatto sociale. Ma non avevano mai cantato la forza e la speranza che un padre cerca di trasmettere al figlio che combatte contro i mostri interiori.
Una storia forte, intensa e capace anche di mettere in evidenza la solidarietà tipica della nostra gente di fronte a tragedie spaventose. I “ragazzi” dei Boomdabash che cantavano contro il sistema e giocavano con le parole solo per far divertire i loro fan sono cresciuti molto. Adesso usano la musica per arrivare dritti al cuore di chi certi problemi li ha vissuti e li sta vivendo. La tragedia prodotta da una pandemia, che sta stravolgendo le nostre abitudini e sta falciando migliaia di vite umane, non poteva essere cantata meglio. Questo è storicamente il momento giusto per una canzone che ripete a tutti “Don’t Worry”, non ti preoccupare, un po’ come fece Bobby McFerrin nel suo “Don’t Worry Be Happy”, con una intensità sicuramente più forte.