Dopo il varo dello scorso anno l’associazione culturale “La Luce” di Mesagne continua il suo impegno sul fronte della ricerca, diffusione e valorizzazione di tutto ciò che ruota intorno all’energia elettrica. Dai suoi bagliori, a Brindisi e provincia l’energia elettrica arrivò nel 1892, ad oggi. Rispolverare antichi macchinari legati all’erogazione dell’energia elettrica ed esporli in un museo tematico è uno dei tanti obiettivi che l’associazione si è prefissati. Intanto, sul sito http://www.associazionelaluce.org ha preso vita il museo virtuale in attesa che lo stesso possa diventare realtà. Diverse amministrazioni della provincia di Brindisi, e non solo, hanno offerto la propria disponibilità ad accogliere uno dei primi musei dedicati all’elettricità e tutto ciò che ruota intorno ad essa.
“L’obiettivo di questa associazione, dei frutti che da essa scaturiscono, dalle pubblicazioni di libri, ai convegni, alle esposizioni di oggetti e manufatti del passato tecnologico, è quello di trovare un filo conduttore per riscoprire un passato certamente non meno affascinante, avventuroso e memorabile di quello che viviamo oggi: la nascita della luce che è stata genialmente generata da un’energia, quella elettrica, che ancor oggi non cessa di abbandonarci nelle sue multiformi manifestazioni”, ha spiegato l’ingegnere Antonio Summa animatore dell’associazione culturale mesagnese. Nel 2015, casualmente in occasione dell’anno internazionale della luce, la città di Mesagne ha festeggiato i 100 anni dell’illuminazione e l’inizio dell’elettrificazione in città.
Per l’occasione l’ingegnere Summa ha pubblicato una sua ricerca storica dal titolo: “Prima che quella luce si spenga”. L’opera, tra le altre cose, ha proposto alla comunità tutto ciò che è legato alla nascita e allo sviluppo della prima centrale elettrica mesagnese. Il successo di quell’evento ha spinto molti simpatizzanti a costituirsi in associazione per studiare e narrare la nascita dell’elettrificazione su tutto il territorio della provincia “prima che gli ultimi testimoni e testimonianze si perdano per sempre”, ha concluso Summa.