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L’umanità perduta ai tempi del Covid

da Cosimo Saracino
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Riceviamo e pubblichiamo: La vicenda riguarda la signora D. L. di anni 80 che attualmente si trova ricoverata presso il Reparto di Geriatria dell’Ospedale Perrino di Brindisi.
La signora è affetta da DEMENZA SENILE AD INSORGENZA PRECOCE, TIPO ALZHEIMER GRAVE, NON AUTOSUFFICENTE, INCONTINENZA; CARDIOPATIA IPERTENSIVA, OSTEOPOROSI, riconosciuta a seguito di Accertamento Tecnico Preventivo presso il Tribunale di Brindisi;
Occorre evidenziare che recentemente il governo, nel DPCM del 2 marzo 2021 (art 11 c.5), per far fronte alla necessità dei caregiver di essere vicini ai loro cari non autosufficienti anche in questa fase pandemica, ha espressamente previsto che gli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità grave ai sensi dell’art. 3 c. 3 della legge 104/1992 possono prestare assistenza anche nel reparto di degenza nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.


E’ accaduto che in data 3 marzo 2021 la Signora è stata ricoverata presso il Perrino di Brindisi, nel reparto di Ortopedia, a seguito di una caduta. Sottoposta in data 5 marzo 2021 ad intervento per frattura del femore.
Già in questa occasione la figlia, che si è sempre occupata amorevolmente del benessere della mamma e sua Caregiver (riconosciuta con provvedimento del tribunale di Brindisi), ha fatto giungere a mezzo pec, alla Direzione Sanitaria Asl e al Direttore Generale, una RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE PER LA PERMANENZA ED ASSISTENZA PERSONALIZZATA NON SANITARIA facendo espressamente riferimento a quanto previsto dal DPCM del 2 marzo 2021 prima richiamato. Purtroppo tutto è rimasto nel più assoluto silenzio.
Ad ogni modo, in data 10 marzo 2021 la signora D.L. veniva dimessa dall’Ospedale per fare ritorno nella propria casa e ricevere, finalmente, il calore della famiglia.
Purtroppo, a distanza di qualche settimana, la signora D.L. è stata nuovamente condotta in Ospedale e attualmente si trova ricoverata presso il Reparto di Geriatria.

Da questo momento per la famiglia della Signora inizia un nuovo calvario. Non vedere la propria mamma, avere costantemente il timore che non possa più riconoscere le proprie figlie, non poterle stare vicino e stringerle le mani, accarezzarla, farle sentire che non è stata abbandonata è per la stessa famiglia motivo di angoscia ed apprensione. Si decide dunque di riproporre l’istanza di assistenza, sempre ai sensi del DPCM del 2 marzo. In questa occasione l’istanza, datata 9 aprile, viene inviata anche al Ministero per le Disabilità e successivamente, in data 13 aprile 2021, anche alla Segreteria dell’ Assessore alla Sanità della Regione Puglia Prof. Dott. Lopalco. Ad oggi nessuna comunicazione in risposta è pervenuta, tutti gli Enti e Organi investiti sembrano essere sordi.


Occorre precisare che La famiglia si è sempre dimostrata disponibile, responsabile e cosciente della realtà che si sta attraversando in questo particolare momento storico. Tuttavia non si può disconoscere che allo stesso tempo la pandemia ha stravolto gli equilibri delle persone fragili e dei loro stretti familiari. Tutte le istanze presentate dalla famiglia, da ultimo, in data 14 aprile 2021, anche attraverso il Tribunale per i diritti del malato sede di Brindisi sono iniziative , ebbene precisarlo, ispirate al rispetto delle regole e sempre mirate alla tutela della salute del malato, all’osservanza delle norme poste a tutela delle persone vulnerabili.
Sino ad oggi, 20 aprile 2021, della signora D.L. le care figlie ricevono informazioni solo attraverso colloqui telefonici con i vari medici di turno che informano sulle condizioni generali di salute della loro mamma o sulle varie consulenze specialistiche. Ma non si può non rilevare che la più grande preoccupazione della famiglia è l’assoluta mancanza di collaborazione della paziente, lo stato di abbandono psicologico senza ricevere sostegno. Ecco, le figlie non vogliono avere un ultimo ricordo della loro mamma abbandonata in un letto di ospedale, dove, per carità, riceve le cura mediche ritenute adeguate ed opportune, ma non possiamo e non dobbiamo sottrarci al dono dell’ amore dei figli verso la mamma.


La famiglia è stanca, sfiduciata e si sente abbandonata dalle Istituzioni e, per tali ragioni, ha deciso di rivolgersi ai mezzi di comunicazione non solo per se stessa ma anche per dar voce alle tante famiglie che, pur trovandosi nelle stesse e identiche condizioni, non hanno la forza di agire.
L’amore e l’assistenza che può dare una persona cara alle persone che si trovano in queste condizioni è la migliore medicina.
La figlia A. M. T.

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