I Carmelitani presero possesso della chiesa di S. Michele Arcangelo nel 1521. Per completare il quadro della situazione politico-militare in quel periodo, è necessario ricordare che, crollata la dinastia aragonese, il Regno di Napoli e la Puglia erano governati dagli spagnoli di Carlo V d’Asburgo. E Mesagne era ancora una Città autonoma, soggetta solamente al Governo centrale; ma appena un anno dopo, nel 1522, fu venduta al conte Alfonso Beltramo, condottiero al servizio di Carlo V. Iniziò così un periodo di neo-feudalesimo che sarebbe durato 300 anni.
Dal punto di vista storico complessivo, il decennio dal 1521 al 1530 fu turbinoso per la Puglia. Per Mesagne furono 10 anni terribili. Nel 1527/28 fu colpita da un’epidemia di peste, che si rinfocolò nel 1530. Nel 1528-29 la Puglia fu di nuovo terreno di scontro tra Francesi e Spagnoli. Come raccontano sia Cataldantonio Mannarino che Diego Ferdinando, nel 1529 i francesi posero sotto assedio la città, accampandosi proprio nei pressi della chiesa di S. Angelo, sulla spianata Tostini. Quando i mesagnesi si arresero, e furono costretti a fuggire a Oria, i francesi misero la città a ferro e fuoco. E poi, nel 1530, Mesagne fu saccheggiata anche dagli spagnoli, comandati dal Galliciano, nonostante fosse loro alleata…
Inoltre, il Mediterraneo era infestato dai turchi, i quali assalivano le nostre coste, spingendosi fino ai paesi dell’interno. E la Repubblica di Venezia si era incuneata nella guerra che, tra la fine del ‘400 ed i primi decenni del ‘500, oppose Francesi e Spagnoli per la spartizione dell’Italia, e ne approfittò per impadronirsi dei porti di Barletta, Trani, Brindisi. E, per giunta, nel 1521 Carlo V scatenò una guerra sanguinosa contro i protestanti seguaci di Martin Lutero, affianco ai cattolici capitanati da Girolamo Aleandro, futuro arcivescovo di Brindisi.
In questo quadro così intricato, avvenne l’arrivo dei Carmelitani a Mesagne.
Il 16 agosto 1520 l’abate Antonio Russo aveva rinunciato a tutti i benefici che aveva sulla chiesa “di S. Angiolo”, e aveva deciso di donarli ai Carmelitani. Poiché da molti anni l’edificio era cadente, anche tra i maggiorenti del paese si era fatta strada l’idea di affidare quel tempio ai padri Carmelitani.
Perciò, lo stesso 16 agosto 1520, il Sindaco Giacomo Resta e gli Assessori accettarono la venuta dei Carmelitani a Mesagne e, con Atto pubblico, alla presenza del Priore Provinciale della Puglia, frate GiovanBattista de Marenonibus, nonché del Priore del convento di Barletta, si impegnarono a concedere ai frati il dazio sulla vendita del pane, per dieci anni. Però, poiché la chiesa era di proprietà regia, la sua disponibilità era nelle mani dell’imperatore Carlo V; e a lui fu chiesto l’assenso.
Dopo pochi mesi, l’8 gennaio 1521 il viceré Ramon de Cardona comunicò l’assenso dato dall’imperatore. Così, il 24 aprile 1521, il Regio Consigliere, nonché Giustiziere di Terra d’Otranto, Galeotto Fonseca, a nome del viceré, si recò a Mesagne e, alla presenza delle Autorità, con un’imponente cerimonia, procedette alla consegna ufficiale delle chiavi della chiesa ai Carmelitani.
Ciò è testimoniato in un atto notarile, firmato dal notaio leccese Alessandro Camassa, contenuto nella Platea del 1734; è l’Instromento della concessione della chiesa di S. Angiolo.
Tuttavia, altri documenti ci dicono che soltanto nel 1531, il 22 marzo, l’arcivescovo Girolamo Aleandro, al quale spettava l’ultima parola, diede il permesso ai Carmelitani di insediarsi nella Chiesa e di professare la fede cristiana secondo la loro Regola.
Negli anni successivi, i Carmelitani mesagnesi si consolidarono, a tal punto che nel 1651 la Madonna del Carmine fu eletta, seppure con qualche contrasto, Patrona della Città.
(Domenico Urgesi – Presidente della Società Storica di Terra d’Otranto)