Riceviamo dal segretario generale Uiltec Brindisi, Carlo Perrucci, il seguente intervento che pubblichiamo integralmente.
In tutti questi anni la Uiltec di Brindisi non ha mai avuto dubbi: un territorio ha futuro solo se rimane vivo ovvero se si muove, si evolve, produce e crea lavoro e ricchezza. Il contrario è il deserto sociale ed economico, il degrado e la fame per migliaia di famiglie. Con altrettanta certezza siamo convinti che ogni attività debba rispettare le più severe norme di sicurezza nel rispetto della salute dei lavoratori e dell’intera popolazione. Tuttavia, la necessaria, imprescindibile, tutela dell’ambiente non può essere pretesto per bloccare ogni nuova iniziativa produttiva soprattutto industriale.
Invece in questi giorni stiamo assistendo ancora una volta a polemiche e barricate all’indomani del via libera del Ministero della Transizione Ecologica al progetto del serbatoio costiero Edison a Costa Morena. Gli ultras anti-industria sembrano molti, forniscono utilissimi titoli ad effetto per giornali e mezzi di comunicazione, ma si tratta del solito gruppo sparuto di sigle ambientaliste e politiche che abbiamo visto lo scorso sabato sulla scalinata Virgilio, capitanate dal Sindaco pro-tempore della città. Poche decine di persone che percependosi come gli unici paladini dalla parte giusta della Storia promettono epiche battaglie, anche con risorse pubbliche, ad un progetto che punta a dotare il Sistema industriale e logistico di Brindisi e l’intero Adriatico meridionale di una importante infrastruttura capace di incrementare in modo decisivo le movimentazioni in Porto ed il relativo indotto.
Sul progetto Edison sarebbe in errore addirittura il Ministero della Transizione Ecologica ovvero il dicastero appositamente creato dal Governo per accelerare – già a partire dalla sua stessa denominazione – l’attenzione all’ambiente. Il Ministero della Transizione Ecologica, insomma, darebbe pareri poco «green» e calati dall’alto, ovvero, non concordati con chi ha deciso a priori che a Brindisi l’industria non deve più esserci.
Deludono queste posizioni cieche verso il futuro prossimo e venturo di questo territorio. Ci rassicurano, almeno in parte, posizioni come quelle di alcuni Consiglieri Regionali, che in evidenza come la contrarietà a queste innovazioni siano spesso «punti di vista politici camuffati da pareri tecnici» con l’obiettivo finale di un «boicottaggio» dell’ennesimo investimento privato.
Come Uiltec di Brindisi invece, siamo persuasi che l’iniziativa di Edison, se realizzata, possa essere «il primo passo di Brindisi nella Transizione Energetica» per ridare respiro ad un Sistema Industriale, ed al suo indotto, che attende di conoscere il proprio destino. Un Sistema Industriale che dai “nefasti Anni 60” citati dal Sindaco ha permesso a migliaia di famiglie, ad intere generazioni di brindisini, di non abbandonare questa terra alla volta delle miniere del Belgio o dei cantieri in Svizzera. È questa la Storia che vogliamo non si ripeta.