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Riceviamo e pubblichiamo: Il dr. Cataldo Motta, già procuratore generale della DDA di Lecce, il più profondo conoscitore e il più fiero antagonista della SCU è tornato a Mesagne in occasione delle celebrazioni del trentennale di istituzione del Commissariato di Polizia. Nel suo intervento pubblico egli ha voluto rileggere alcuni stralci delle dichiarazioni a suo tempo rese da un famoso pentito della SCU che squarciò il velo sulla trasformazione nella seconda fase del processo criminale. “ I Mesagnesi ci vogliono bene, a noi si rivolgono per qualunque cosa tanto che non c’è più bisogno neanche di fare la voce grossa per ritirare il pizzo perché ce lo offrono spontaneamente…..” . Dichiarazioni che svelarono l’esistenza di una vasta “zona grigia” fatta di connivenze o di rispettosa convivenza fra la gente per bene e la gente di malaffare. Una condizione che favorì l’inabissamento della SCU che non ebbe più bisogno di mostrare il suo volto violento per continuare a prosperare grazie a quel consenso sociale, a quel mondo di mezzo che ne costituiva il brodo di coltura.
Perché questo rimando al passato in un giorno di festa e di liberazione? Perché il Procuratore ha fatto aleggiare ancora quel fastidioso anatema che egli lanciò dallo stesso scranno anni fa “Mesagne è una schifezza”? Ci piace pensare che egli abbia voluto ribadire che va bene far festa, che va bene sentirsi orgogliosamente protagonisti di uno straordinario moto di riscatto sociale ma che non bisogna montarsi la testa, che bisogna tenere i piedi ben piantati per terra e non abbassare la guardia perché ancor s’odono gli elicotteri della Polizia e della Guardia di Finanza ronzare sui nostri tetti.
Bisogna volare al suol radente e mantenere alta la tensione morale poiché per estirpare definitivamente questa malapianta ci vuole più “coltura ”(don Luigi Ciotti); ci vuole lo spirito del lavoro, della semina del grano della legalità e ci vuole “più cultura” conoscenza, formazione, educazione alla legalità, rispetto della legge e dei principi costituzionali esattamente quel che si insegna a Masseria Canali.
Due giorni memorabili per la nostra città che ci hanno insegnato molto soprattutto a mantenere sobrietà e determinazione e a non fare voli pindarici poiché, in un momento di esaltazione collettiva come questo, potremmo avvicinarci troppo al sole e allora rischieremmo ricadere giù nella terra che abbiamo calpestato.
In questi giorni la città è altresì pervasa da sottile dispiacere per non aver centrato l’obiettivo di diventare la capitale Italiana della Cultura 2024. “L’umana meraviglia” si è fermata ad un passo dalla gloria. Il suo racconto non ha reso giustizia alla città e alla sua storia. Il cortometraggio che ne doveva sintetizzare l’essenza è parso piuttosto la sua parodia: mancava la luce, mancava l’anima, mancava la vita….mancava Mesagne. La sua presentazione poi è sembrata piuttosto la esibizione di una cornice barocca centrata sul nulla . Poco male il sogno continua e lavoreremo strenuamente per riproporci magari fra quattro anni.
Questa esperienza, fondata soprattutto sulla capacità di costruire una bolla mediatico-surreale intorno alla narrazione di una città virtuale , ha lasciato tuttavia una eredità importante: il rafforzamento di un legame identitario che sta diventando puro campanilismo da curva sud. La mesagnesità si va imponendo come un modello sociale e politico da esportazione; intorno ad esso si va strutturando una sorta di esaltazione collettiva che ci fa ritenere di essere i primi della classe in tutto e per tutto. Attenzione però che i primi della classe quasi sempre finiscono per diventare antipatici a tutti. Ritorniamo perciò nell’alveo del buon senso e della moderazione prima di essere etichettati, ancora una volta, come “ il Clan dei Mesagnesi”
In questi giorni il nostro sindaco è stato eletto Presidente della Provincia e rieletto Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese. E’ lui la vera “Umana Meraviglia”. Come faccia ad assolvere contemporaneamente e così brillantemente a questo supercarico di doveri istituzionale è inspiegabile. Ha certamente doti supplementari che lo rendono straordinario, doti che non sono solo di natura politica ma che travalicano nell’iperspazio dei superporteri.
Questo accentramento dei poteri e del potere, questo vento poderoso di consenso popolare alimenta il culto della personalità e distorce il sistema democratico che vira verso l’autarchia. Ma chi se ne frega! E’ indubitabilmente un sistema molto vantaggioso: semplifica i processi decisionali, riduce la complessità, trasforma la realtà nella fiction disegnata dal suo sistema di comunicazione. E poi arrivano i soldi. Flussi insperati di risorse regionali e percorsi amministrativi facilitati che ci fanno vincere tutto il vincibile e pazienza se magari risorgono monopoli imprenditoriali privati, se nascono posti di lavoro per chi tace e acconsente, se arrivano laute prebende per i suoi fedelissimi e fidatissimi collaboratori. Non sarà etico, non sarà democratico, non sarà giusto … ma è superfighissimo
Forza Mesagne
Movimento Libero e Progressista