Rivoluzione in vista per la viabilità cittadina. E’ stato presentato nei giorni scorsi in commissione consiliare “uso e assetto del territorio” il progetto denominato Eurovelo 5. Un’idea progettuale che unisce Londra con il sud dell’Italia, arrivando fino a Brindisi dopo 2900 chilometri. Il percorso da Londra a Brindisi è un’importante direttrice nord-sud che passa attraverso molte notevoli città nel cuore dell’Europa. Non a caso, si tratta di un percorso che in gran parte ricalca la Via Romea Francigena, usata da secoli dai pellegrini europei per arrivare a Roma. Si toccano sei stati: il Regno Unito (130 km); la Francia (145 km); il Belgio (260 km); il Lussemburgo (75 km); la Francia ancora (340 km); la Svizzera (340 km); e l’Italia (1500 km). Per la verità i percorsi Eurovelo sono ancora in gran parte solo sulla carta.
Un progetto molto articolato che per la nostra città è stato suddiviso in cinque lotti funzionali (vedi foto in alto). L’idea alla base potremmo definirla avveniristica poichè cerca di coniugare le esigenze del trasporto urbano in auto con quello pedonale e in bicicletta.
Per questo motivo, leggendo le carte, si possono notare importanti cambiamenti nella viabilità cittadina. Alcuni tratti di via Marconi verranno classificate come zona 30 (simili a quelle che si trovano intorno al parco Potì). In via Maja Maternona verrà invertito il senso di marcia e adeguata a zona 30. Allo stesso modo verrà invertito il senso di marcia di via Epifanio Ferdiando (lu burriu) e in via Falces con, probabile, cambio del lato del parcheggio (vedi foto in basso).
Il progetto, voluto fortemente dall’assessore Palma Librato e fatto redigere da uno studio ingegneristico di Bari, verrà portato quanto prima in giunta per l’approvazione al fine di poterlo candidare ad assi di finanziamento dalla programmazione ministeriale e regionale. Primo obiettivo sarà quello di smontare la pista ciclabile di via Marconi (e poi?). Il progetto, ci assicurano l’assessore Librato e il presidente della commissione consiliare Omar Ture, verrà presentato alla cittadinanza “per essere condiviso e divenirne parte integrante sia sul piano sociale che quello politico”.
Ma la rivoluzione della viabilità cittadina ci fa porre questa domanda: non sarebbe stato più giusto approvare il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile prima di cambiare sensi di marcia ad arterie così importanti? C.S.
