(da BuoneNuove di aprile 2022) – La chiesa Madre accresce il patrimonio statuario di una nuova opera d’arte ricca di una storia spirituale che risale agli inizi del novecento. Un dono espresso da una famiglia locale che evidenzia il rapporto privilegiato che i mesagnesi hanno con la Chiesa Madre e riporta alla memoria momenti difficili attraversati dal nostro popolo all’indomani della Prima Guerra mondiale. “Devoti a Maria, mia figlia Gabriella ed io doniamo la Mater Dolorosa alla chiesa Madre affinché volga sempre uno sguardo amorevole alla Città di Mesagne”.
Con queste intenzioni, scritte nero su bianco in una lettera a firma Sonia Ceruleo Semeraro, la statua della Mater Dolorosa è arrivata nella Collegiata all’inizio del percorso quaresimale di questo 2022. Un dono che arricchisce il patrimonio artistico di Mesagne e la storia spirituale della città. Questa effigie, sicuramente realizzata alla fine del 1800, è il risultato di un voto (si può notare, infatti, un ex-voto appeso al braccio sinistro della statua) espresso da Caterina De Pasquale, nonna paterna del sig. Ninì Semeraro. Illuminata giorno e notte da una lampada votiva, la statua occupava un posto importante nella casa dei signori Filiberto Semeraro ed Ignazia Ostuni, suoceri della Semeraro. La statua era stata collocata in una grande teca e custodita nella camera da letto dell’abitazione.
“Una volta all’anno – racconta nella missiva la signora Ceruleo Semeraro, il Venerdì Santo, la nonna materna di mio marito, Caterina De Pasquale, concedeva la statua alla Città per la tradizionale “processione dei Misteri”. È un rito che si svolge annualmente a Mesagne il giorno di venerdì santo. Le statue che rappresentano la passione di Cristo sfilano per le strade della città, assieme alle varie confraternite e con al seguito gli amministratori della stessa città, sotto gli occhi della folla di fedeli e curiosi che osservavano silenziosamente. Da questo racconto, quindi, si evince che la processione in quegli anni non aveva una statua della Mater Dolorosa che adesso invece esiste. La statua ritornata in chiesa Madre era venerata dai mesagnesi in quella occasione grazie alla disponibilità di Caterina De Pasquale.
Ma questa disponibilità si è interrotta all’inizio del 1920 anno in cui, in Libia morì, a soli 25 anni uno dei figli della donna: Giovanni, tenente colonnello del Regio Esercito. La notizia della morte del giovane figlio Giovanni creò un profondo dolore nella vita di mamma Caterina che aveva pregato intensamente la Madonna per proteggere la sua famiglia. Giovanni Semeraro è tra i militari dispersi in Libia e il suo corpo non verrà mai trovato. Il doloroso avvenimento abbatté la signora Semeraro che prese una drastica decisione: la Madonna non sarebbe più uscita dalla casa in cui era custodita, perché avrebbe dovuto condividere il grande dolore per la perdita prematura del figlio.
Da quel tragico momento sono passati più di 100 anni e la statua è sempre rimasta nella grande teca della camera da letto con la lampada sempre accesa ad illuminare il volto sofferente della Madonna, “accudita con cura e amore dalle persone che hanno occupato quella abitazione”, rivela la lettera di donazione. Adesso, dopo un secolo, i familiari hanno deciso di donarla alla Chiesa Madre affinché possa proteggere la nostra Città.