Si chiama “Agoghè” ed è un romanzo scritto dagli alunni della classe 3 A del plesso “Moro”, dell’istituto di istruzione secondaria di primo grado “ Materdona-Moro” di Mesagne, guidati dal prof. Nicola Leone. Questo testo è il frutto di un laboratorio di scrittura creativa guidato dal docente della Moro in cui sono emerse le principali competenze dei ragazzi raggiunte nel triennio in campo linguistico-letterario sulle tematiche affrontate in educazione civica.
“Gli alunni – scrive il prof. Leone – hanno lavorato con impegno, interesse, costanza e passione. Singolarmente e in gruppo, sia in dad che in presenza, hanno ideato una trama, caratterizzato i personaggi, gli ambienti, scelto i contenuti su cui lavorare e i diversi stili narrativi, adattato il lessico, progettato l’intreccio in relazione agli argomenti e lo scopo narrativo ed infine ideato i vari capitoli dopo una attenta stesura ed adeguata revisione linguistica. Ogni alunno, al di là di ogni valutazione, ha contribuito pienamente e secondo le proprie capacità a raggiungere quanto ci eravamo prefissati”. Un testo che verrà presentato alle 18.30 nell’Auditorium del plesso Moro alla presenza dei genitori degli alunni coinvolti.
AGOGHE’
La storia è quella di due ragazzi, lui figlio del “mondo di sopra”, educato in modo autoritario, ricco, bianco, dopo la morte della madre viene iscritto dal padre in una scuola dove riceve una sorta di addestramento paramilitare, vive in un mondo ovattato e nel lusso sfrenato, è stato educato in modo fanatico e intollerante .
Lei ragazza yazida , da bambina ha visto uccidere madre e padre per mano dell’ISIS , è riuscita a fuggire e vive con il fratellino in un sobborgo di una grande città occidentale. E’ intelligente, bella, studiosa, una passione per la medicina e la kick boxing . Svolge lavori precari per studiare. Il padre di lui ha stipulato un patto con una multinazionale che mira a bloccare le proteste di un gruppo di ambientalisti e mantenere in funzione una centrale siderurgica ormai obsoleta e pericolosa per la salute degli abitanti che vivono nelle vicinanze. I due ragazzi finiranno col conoscersi .
Lui gradualmente capirà che l’odio non porta da nessuna parte e quelli che prima considerava solo dei nemici da combattere diventeranno persone come lui, diversi, forse , ma degni di rispetto e considerazione. Nel romanzo si nota come tutto, in una persona, ha a che fare con l’educazione ricevuta ; chi è cresciuto nell’intolleranza si porterà dietro i germi dell’odio ma… ogni persona può riflettere , cambiare idee e cambiare se stessi. Il pregiudizio è figlio dell’ignoranza e può essere evitato solo con la conoscenza dell’altro diverso da sé. Nel romanzo si sottolinea l’importanza dello sport quando questo oltre al corpo eleva lo spirito al rispetto, alla fratellanza, alla sana competizione per migliorare se stessi nel confronto con un avversario che non è un nemico da abbattere ma chi ci pone davanti alle nostre paure e ci fa conoscere i nostri limiti, e pertanto merita il massimo rispetto e considerazione. Fanno da sfondo alcuni problemi sociali come la guerra, l’emigrazione, l’inquinamento, la tossicodipendenza, l’abbandono delle periferie e le enormi disparità economiche che si traducono , talvolta inevitabilmente, in ostacoli insormontabili per il pieno sviluppo e affermazione dei diritti umani.