(di Giovanni Galeone) – Sabato 4 marzo alle ore 18,00, presso l’Associazione Di Vittorio a Mesagne, in collaborazione con l’Associazione Unozeruno, un gruppo di lettura locale, sarà presentata, alla presenza dell’autore, “Tempo ordinario” l’ultima raccolta poetica di Enrico Fraccacreta, edito per i tipi Passigli Poesia, collana fondata da Mario Luzi.
Mettere in rapporto la dimensione totalizzante e inarrestabile del tempo con il tempo della propria esperienza, cercare di sciogliere l’enigma di questa sfida estrema, collocata tra l’eterno e il contingente, tra il mistero universale e la precarietà delle nostre esistenze. Sembra essere questo il tema ambizioso del lavoro di Fraccacreta, poeta di San Severo, che originando da una linea compositiva radicata nel mondo pugliese, si è ritagliato con autorevolezza uno spazio nel panorama poetico nazionale, contemporaneo.
La raccolta si divide in 3 sezioni: Tempo ordinario, Tempo memorabile, Tempo matematico, nei quali emerge un’ispirata riflessione sullo scorrere degli eventi, sul groviglio esistenziale dell’uomo che racchiude in sé, passato, presente e futuro. Il tempo ordinario è quello che passa e ci travolge con la propria ineluttabilità, “il mondo è circondato/dal tempo ordinario/gli accampamenti si levano nella notte/scuotono il sonno delle settimane/restano gli avanzi del giorno……….quando l’assedio finirà/in fila gli anni passeranno davanti/guardandoci negli occhi.
Il ritmo del tempo è anche quello scandito dalla natura: “Le vecchie querce al limite del bosco/se ne infischiano del vento/hanno avuto spazio le radici/hanno avuto tempo”, una natura che trascorre con i suoi segreti e i suoi misteriosi passaggi come quando “il boato diventa forte/le querce non si muovono/foglie e ali restano nel vento trattenuto./il tempo continua ancora/dicono i rami irrigiditi delle querce,/solo la musica è cambiata.
Nella seconda parte, quella del tempo memorabile, non manca nei versi del poeta lo sguardo quasi bodiniano sui propri luoghi, il Tavoliere delimitato dal mare e dalla montagna garganica, le pianure, la transumanza, il latifondo, l’agricoltura, la consapevolezza di un divario drammatico tra un passato lontano e mitico “Arrivano ogni anno i fantasmi del tratturo/quel coltello che dall’Appennino/infilava la pianura/coltello di strada e boscaglia/arrotato dalle greggi/ e un presente grigio e disadorno “ora non c’è più nulla da scalare/ma attraversare il deserto del greto/con l’orma sprofondata nella sabbia/quasi sino al cuore.
La forza della visione di Fraccacreta si estende anche ad un vissuto personale collocato dentro una storia collettiva, ricca di progetti e inquietudini giovanili “siamo giovani abbiamo il tempo/eh lo cambieremo questo mondo/bruceremo le stanze del potere/in mezzo alla campagna” per concludere poi con la voce di un pettirosso uccello dottore che declama “non farete nulla di tutto questo/vi metterete la cravatta per la laurea/e uscirete tutti dalla fotografia/con la polvere intorno.”
La terza ed ultima sezione della raccolta è denominata “Tempo Matematico”, un titolo che allude ad un fumetto del fraterno amico di gioventù Andrea Pazienza, geniale fumettista e disegnatore prematuramente scomparso a 32 anni nell’88; Fraccacreta ha già scritto una fortunata biografia dell’amico “Il giovane Pazienza”, più volte ristampata, a lui e al padre Enrico Pazienza, famoso acquerellista che trasmise al figlio l’amore per l’arte e gli sopravvisse per 10 anni, Fraccacreta dedica le poesie di questa sezione che richiamano le operazioni aritmetiche, “Addizioni” perché padre e figlio hanno addizionato le loro esistenze unite dal legame familiare e dalla passione artistica, “Moltiplicazioni” perché al disegno si aggiunge la parola del fumetto moltiplicando l’effetto finale, ma anche perché la vita del figlio si moltiplica con quella del padre andando ben oltre la semplice somma, in “Divisioni” invece il poeta riflette sul dolore del padre dopo la scomparsa del figlio, poi spentosi anche il padre, nell’ultima lirica “Sottrazioni” Fraccacreta conclude con questi significativi versi “cosa resta oltre l’assenza/il ricordo e la ricostruzione/e l’eco di una fama che si spegne….//resta la mancanza/la domanda di questi anni/lo stupore e il silenzio/della grande differenza//resta la distanza/l’intervallo che ha lasciato/il respiro trattenuto/lo spazio bianco tratteggiato. Si intuisce allora che i confini della storia terrena di Andrea ed Enrico Pazienza si estendono sino a coinvolgere tutti gli uomini in un anelito di armonia che coesiste con il rimpianto e le tenebre.
Nella postfazione della raccolta il critico Davide Rondoni nel delineare la generosità e la ricca eleganza meridionale di Fraccacreta, gli riconosce la capacità di rendere il ritmo del tempo evidenziando il risvolto più alto che possiede in sé, contribuendo così, per la sua piccola parte, al ringiovanimento del mondo che Ungaretti salutava come compito prezioso dei poeti.