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A Roma per la marcia della Pace

da Cosimo Saracino
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L’Anpi di Mesagne ci invia l’intervista alla giovane Elisabetta Capodieci (scout mesagnese) che si è recata a Roma per manifestare a favore della pace. È un messaggio a tratti duro, ma comunque reale ed intriso di speranza.

 Il nostro socio ANPI, Elio Faggiano, ha accompagnato a Roma un gruppo di Scout di Mesagne, dai 16 ai 21 anni, alla manifestazione per la PACE.

Elio ci ha messo in contatto con la mesegnese ELISABETTA CAPODIECI, 18 anni tra 4 giorni, studentessa del Liceo Classico di Brindisi “B. Marzolla”.

 La giovane Elisabetta ha risposto così alle nostre domande.

Perché oggi hai deciso di stare in Piazza?

A dire la verità, l’idea è partita dai nostri Capi Scout, ma all’inizio non ero convinta dell’utilità della manifestazione. 

Scendere in piazza mi sembrava troppo poco rispetto alla gravità della situazione. Mi ripetevo “A cosa serve?”

E poi?

Stamattina però, davanti a così tanta gente, ho cambiato idea. 

Ho sentito una voce diversa dalla linea politica adottata dal governo. Oggi abbiamo fatto quell’opposizione che non vediamo in Parlamento. 

E allora mi sono ricreduta e sono stata orgogliosa di aver scelto di esserci.

Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Non credevo in Italia ci fosse una voce alternativa così forte e così compatta. L’Opposizione politica, ormai, è poco vicina al popolo e noi non ci sentiamo rappresentati.

Allora, oggi, l’ABBIAMO FATTA NOI LA POLITICA.

Che bella questa espressione! Ma sento che sei amareggiata.

Si! Io e i coetanei che conosco e che frequento non sempre riusciamo a guardare con facilità e speranza verso il  futuro. Noi siamo cresciuti con le parole “guerra atomica”, “bomba nucleare”, “guerra lampo”, “cambiamenti climatici”. Ma, oggi, manifestando in Piazza ho capito che vale la pena non rassegnarsi e che bisogna fare sentire sempre la propria voce.

Quale tra gli interventi ti ha colpito di più?

La storia di un ragazzo italiano che, mentre qualche anno fa piantava patate in un paese del nord, ha trovato una cosa strana, l’ha toccata e gli è esplosa in mano. Era una mina della seconda guerra mondiale. 

Ha perso la mano e la vista. Mi ha colpito che dopo quasi 80 anni un ragazzo che non c’entra niente subisca ancora gli effetti di quella tragedia. 

C’erano molti giovani oggi?

No, purtroppo no. L’età media era di circa 50 anni.

Siete comunque riusciti a solidarizzare con qualche coetaneo?

Si. Alcuni miei amici hanno conosciuto un giovane siriano che ha portato con noi lo striscione di apertura. E’ ospite della comunità di Sant’Egidio perché è in Italia da 7 mesi. Ha chiesto di poter parlare con noi in Italiano per esercitarsi con la nostra lingua.

Grazie mille Elisabetta, per la tua disponibilità. Una promessa: a 18 anni, tra quattro giorni, vieni a tesserarti all’ANPI di Mesagne?

Passerò.

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