Dopo aver celebrato la festa dell’immacolata, donna della speranza, il nostro cammino verso il Natale ci impegna a porci dei profondi interrogativi perché l’uomo torni ad essere protagonista della civiltà dell’amore, di quell’amore che Cristo ci ha lasciato con un profondo desiderio: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49).
Abbiamo bisogno di una pausa di riflessione, di prendere coscienza delle nostre scelte e delle nostre azioni, messaggi che lasciamo agli altri e alla storia. Con l’Avvento attendiamo Qualcuno o qualcosa?
Nella Bibbia è detto: “Io vi sosterrò, vi porterò e vi salverò” (Is 46,4). Nel freddo gelido di questa storia, l’uomo deve riscoprire l’urgenza di un incontro per ritrovare, nella nascita di Gesù, la propria ri-nascita alla vita, alla fede, alla testimonianza. La nostra coerenza dice, oggi, il valore di una scelta che impegna a qualificare la vita. Il Signore che sta per venire ci ricorda: “Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13.14).
La pace non è un valore che nel mondo deve difendere solo Papa Francesco ma ognuno di noi, consapevoli che la pace spunta sull’albero dell’amore dove è scritto, per tutti e per sempre: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Mt 22,39). Siamo inviati ogni giorno a vivere in prima persona, come la Madonna, il nostro ruolo e la nostra chiamata. Cristo Gesù, Dio tra noi, con il dono della vita ci invita ad incontrare la luce, rinnovandoci il suo invito: “Andate anche voi nella vigna” (Mt 20,7).
La tristezza e la povertà della storia che stiamo vivendo impongono una crescita personale perché si possa aiutare anche gli altri a crescere. Non è la cultura spicciola che qualifica la vita ma il serio proposito contenuto nella Legge: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12). Nella confusione di oggi, davanti a quel Dio Bambino che attendiamo, in silenzio preghiamo: non tardare Signore Gesù!