A distanza di venti anni da questa scelta responsabile e luminosa, è bello oggi chiedere a tutti un profondo pensiero di seria riflessione e di onestà interiore. Leggendo la storia del 1743 abbiamo creduto e accettato il dono della Madonna del Carmine alla Città di Mesagne. I nostri antenati vollero consegnare alla città e ai posteri il grande evento che si era celebrato nella storia dei loro tempi, lasciando due riferimenti per ricordare il messaggio vero e storico dell’intervento della Madonna: la colonna votiva con l’immagine della Madonna del Carmine, di fronte la Porta Grande della città, e l’impegno di celebrare comunitariamente il 20 febbraio di ogni anno il patrocinio della Madonna.
Dobbiamo prendere sempre più coscienza di questo grande valore che la storia ci ha tramandato,relazionandoci, oggi, con le sofferenze delle guerre, i terremoti devastanti con migliaia di morti, le tante vittime delle violenze e delle disgrazie. La città di Mesagne è impegnata a realizzare tanti piccoli ma significativi traguardi e non si dispensa dal riflettere su quanto sta accadendo, perché ognuno di noi è testimone leale della storia di ieri ma anche protagonista scrupoloso ad attento degli eventi belli e problematici dell’oggi.
Il sentimento che dovrebbe contraddistinguerci è quello della serietà e questa diventa una verifica che dobbiamo fare personalmente prima di incappare nella critica gratuita degli altri. È stato scritto tante volte che l’uomo non è un’isola ma, se apriamo il Vangelo, scopriamo che l’uomo credente è anche sale e luce per gli altri. La vita coerente che cresce, per aiutare anche gli altri a crescere, insieme ad una coscienza storica di ciò che è stato ieri e di ciò che rappresenta l’oggi, ci aiuta ad andare avanti con equilibrio in una storia che si sta riscoprendo povera di risorse interiori e di punti di riferimento. Siamo chiamati a scrivere una storia per quel che siamo, per quel che viviamo, per quel che diciamo, non tanto con le parole ma con la vita, ai nostri giovani, ai nostri adolescenti, smarriti tra i tanti avvenimenti… Anche le istituzioni intervengono nel ruolo di incoraggiamento e di equilibrio nelle trame ordinarie della nostra convivenza.
Le tradizioni sono significative se restano un patrimonio da trasmettere, da non perdere perché indicano una via che rende più facile la nostra coerenza di vita e chiedono di diventare dono per chi verrà dopo di noi.
Quando tornai a Mesagne, dopo la mia prima esperienza di parroco a Foggia, realizzai la mia attività nella scuola e fui sorpreso nel constatare che per il carnevale si concedevano tre giorni di vacanza mentre per il 20 febbraio, patrocinio della Madonna del Carmine per noi mesagnesi, c’era il rientro ordinario a scuola. Davanti ad una mia protesta educativa, il Provveditorato degli studi di Brindisi rimandava ad altri la responsabilità.
Il 20 febbraio 2023 ricorre il ventesimo anniversario di “Mesagne, città di Maria”, una scadenza che ci interpella come mesagnesi e come cristiani. È una pagina della nostra storia ma anche della nostra scelta di fede. Nella biografia di S. Luigi Gonzaga è raccontato che il giovane Luigi, passando davanti alla statua della Madonna, amava inchinarsi e chiedere: “Mostra di essere Madre!”. E la Madonna non tardò a rispondere durante una festa mariana: “…e tu quando cominci a vivere da figlio?”.
Non limitiamoci a chiedere ma cerchiamo di ringraziare la Madonna per averci amato da vera mamma; per aver protetto la nostra città di Mesagne; per aver difeso la serenità delle nostre famiglie; per aver custodito i nostri bambini che, portati al suo santuario, le sono stati affidati; per essere intervenuta nei nostri momenti di disgrazia e di dolore, mentre ci rivolgevamo a lei con la stessa invocazione: “Madonna mia, aiutami!”.
Oggi, 20 febbraio, con grande umiltà e sincerità torniamo a chiedere alla Madonna di benedire, ancora una volta, la nostra cara e bella Mesagne.
Una colonna votiva
alle porte di una grande città,
una pagina della storia di ieri
per raccontare, oggi,
della Madonna del Carmine,
la grande materna bontà.
La Madonna vive con noi
il compito che Cristo le ha dato
dall’alto della croce:
“Donna, ecco i tuoi figli”!
Proteggendo la nostra città
veglia sulle nostre scelte,
illumina i momenti esistenziali,
scrive la storia con i figli.
I nostri padri
le hanno costruito un’alta colonna
dove hanno posto
la sua dolce figura di mamma
perché, ognuno di noi,
potesse santificare
ogni momento del vivere quaggiù,
con la grazia che lei chiede
ogni giorno
al suo Gesù!
Passando vicino alla Madonna
doniamole un bacio
e innalziamo una supplica:
è la preghiera di un figlio
alla più tenera delle madri;
è l’incontro di una madre
che accompagna il passo di ogni figlio;
è la comunione di vita che,
piano piano,
ci rende testimoni del Vangelo,
missionari di Gesù,
con le parole e le opere
per diffondere l’amore
che ci avvicina a Cristo,
il frutto del seno suo,
o clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria.