È di oggi la notizia che nella nostra città è stato autorizzato l’ attendamento del circo. Il consigliere comunale con delega al benessere degli animali, Vincenzo Carella, ci ha tenuto a precisare: “L’ufficio che non ha condiviso con me personalmente la richiesta di autorizzazione per l’ attendamento del circo, ha autorizzato come da normativa questi richiedenti. Non andrò mai ovviamente ad assistere ad uno spettacolo dove il divertimento è dato anche dal fatto che viene deriso un animale per quello che è stato addestrato a fare per gli spettacoli. Gli animali dovrebbero vivere nei loro habitat e liberi e non costretti a svolgere delle attività vivendo in cattività.
I circhi che trovano condivisione nella mia ideologia di spettacoli sono quelli che svolgono questa pratica con l’ausilio di artisti, giocolieri, acrobati ecc. non animali.
Mesagne – continua Carella – si sta dimostrando sempre più una Città che rispetta gli animali ed io la voglio immaginare sempre più evoluta e non involuta da questo punto di vista. Già oggi il circo ha tappezzato troppi manifesti in spazi non previsti ed autorizzati e sono già stati attivati gli organi di controllo preposti per gli accertamenti ed eventuali provvedimenti.
Non solo voglio pensare che il rispetto degli animali prevalga – conclude – ma sicuramente non si può accettare che chiunque possa imbrattare la città a proprio piacimento”.
1 commento
da anni il consigliere dice la sua in merito. Sarebbe bene prestare anche voce a chi NON cede all’idea (abbastanza generalista) che il circo equivalga al maltrattamento di animali. Il circo pone le sue radici nello spettacolo con animali da moltissimi anni ed ha subito diverse evoluzioni. Che piaccia o meno, stigmatizzare una forma di spettacolo che è evidentemente poco conosciuta da chi parla con una propaganda a senso unico via social per generare consensi, non è corretto. Nello specifico, il circo di cui si parla non è nato ieri, e, insieme agli Orfei, ha dato vita a una tradizione circense italiana famosa nel mondo. Gli spettatori, come si evince, non sono tutti uguali
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