(di Stefano Bello e Francesco Chetta*) – Cerano non è solo la tristemente nota centrale termoelettrica, ma offre la visione della sua vera anima selvaggia che si alterna alla civiltà agraria. Questo è quanto hanno potuto constatare con entusiasmo i partecipanti dell’escursione dello scorso 25 aprile; 12 chilometri tra querce secolari che con le loro verdeggianti chiome abbracciano dei sentieri fatati che ricordano il bosco delle fiabe che ci raccontavano da bambini, e gli animali selvatici che con le loro tracce e i versi hanno destato l’interesse di grandi e bambini.
Percorrere antiche strade, conoscere l’ecologia del più grande polmone verde della piana di Brindisi, ascoltare le curiosità sulle varie creature, ma anche solo mangiare un panino in compagnia sotto l’ombra delle querce di Virgilio… non ci siamo fatti mancare la citazione a Fabrizio de André davanti ad un immenso campo di papaveri rossi. Tutto questo si traduce in esperienze dal valore unico perché vissute in un luogo che merita il giusto riconoscimento, ma che nell’opinione comune vive sotto l’ombra della centrale, che purtroppo non é l’unica minaccia per questo paradiso di biodiversità… la Riserva Naturale Regionale Orientata Bosco di Cerano desta da tempo l’attenzione di motociclisti che praticano il motocross in barba alle regole e al buonsenso, minando sia l’integrità degli habitat che la fruizione futura da parte degli escursionisti e dagli amatori del MTB. Per questo non abbiamo mancato di portare la tematica sui sentieri usurati e che rischiano di non essere più percorribili.