«Cara onorevole le scrivo». E via ad un plico di lettere indirizzate a Chiara Gemma, l’europarlamentare che ha catalizzato l’attenzione degli studenti della Materdona – Moro di Mesagne.
«Non ricevevo così tanti messaggi carichi di speranza e al contempo in cerca di conforto da tempo. Queste parole tanto toccanti sosterranno il mio impegno in Parlamento. Sarà un po’ come portare i ragazzi con me». Tanto ha sottolineato l’onorevole Gemma dopo aver letto accuratamente le numerose epistole.
«Ho bisogno di aiuto» le scrive un ragazzo, motivando la sua richiesta e aggiungendo «vorrei un mondo in cui il bisogno di aiuto venisse riconosciuto senza essere supplicato». Nelle lettere, tutte profonde e autentiche, si avanzano richieste e, in qualche caso, anche proposte. Tutte muovono da un comune desiderio: la possibilità che, attraverso queste righe, venga ascoltata la voce dei più giovani sino al Parlamento europeo.
Una ricchezza di sentimenti che non è esclusivo frutto dell’intenso lavoro dei docenti dell’istituto diretto dal professore Salvatore Fiore, ma anche delle attitudini dei ragazzi.
«Nel suo curriculum – si legge ancora – ho letto che lei è una professoressa in Didattica e Pedagogia Speciale. Lei mi vede grazie ai suoi studi senza conoscermi e io, con il cuore in mano, le chiedo di creare degli spazi in cui il benessere di chi ha “bisogni speciali” sia una cosa importante e non un problema perché la formazione e il futuro di chi ha potenziale da sviluppare diventi una priorità».
«Mi sarebbe piaciuto – precisa l’onorevole – tornare in questa splendida scuola di Mesagne per rispondere e avviare un percorso di crescita e formazione. Già durante il nostro incontro ho avvertito l’energia positiva dei ragazzi, ma queste lettere hanno raggiunto il mio cuore per la semplicità e per il coraggio dei messaggi».
«Le mie idee – si legge in un’altra missiva – crescono con me, sono ambiziose e prepotenti. E quando le consegneremo questa lettera vedrà dei fogli, delle parole, ma non la speranza che provo scrivendole, perché quella la tengo per me, come un nodo ad un fazzoletto, un promemoria del giorno in cui ho fatto qualcosa per avere una possibilità nella vita. Per questo le dico grazie».
«Sono io – replica Chiara Gemma – che dico grazie a te e a tutti voi che avete saputo andare così in profondità e scrivere delle vostre difficoltà. È sin troppo facile guardare ad un mondo facile e bello. A volte dobbiamo attraversare dei problemi per divenire ancora più forti. Farò del mio meglio in Parlamento per voi, prendendo anche spunto dalle vostre idee, e spero di tornare presto nella scuola che ha promosso un’iniziativa che sembra passata di moda, eppure accorcia le distanze con i nostri ragazzi».