Riceviamo e pubblichiamo: Ci piacerebbe che ogni giorno si accendessero i riflettori su persone con disabilità fisica, psichica, sensoriale, e conoscere nella diversità l’elemento di ogni essere vivente per superare la diffidenza e lo stigma. Le “Giornate” celebrative devono essere vissute ogni giorno, attraverso la continua sensibilizzazione a tutti i livelli. Prendendo in considerazione il fenomeno dello spettro autistico, in continuo aumento, che necessita di una presa in carico globale che non può essere solo sanitaria ma anche sociale. Le Istituzioni devono strutturare efficacemente le azioni per sostenere le persone autistiche e le loro famiglie. Ci piacerebbe soprattutto abbattere quanto più possibile il muro dello stigma che pervade in generale sulle fragilità delle persone con disabilità e le loro famiglie.
Alle Comunità chiediamo di interagire di più con le persone fragili affinché siano consapevoli delle difficoltà che le stesse incontrano nel proprio territorio aiutandoli a trasformare le difficoltà in punti di forza, gli uni nei confronti degli altri e per costruire relazioni fatte di solidarietà e di supporto e promotrici di cambiamenti.
Chiediamo alla politica di adeguare il proprio stato sociale affinché i cambiamenti socio-economici delle famiglie con all’interno persone con disabilità o meno abbienti possano alleviare il disagio provato; aumentando le risorse per la domiciliazione e che si faccia carico della promozione di competenze professionali di chi si approccia a questo mondo, semplificando i percorsi di cura rendendo i servizi sanitari, sociali e la scuola soprattutto più umanizzata ed empatica, con progetti a favore dei ragazzi con disabilità.
Tutto questo si può fare e anche bene se si crede in una educazione al cambiamento. Mettiamoci tutti in discussione con le nostre fragilità e barriere psicologiche e sociali che ci siamo costruiti in questi ultimi decenni.
Occorre, inoltre, dare continuità ai progetti ed investire risorse anche dopo il raggiungimento del diciottesimo anno, occorre non lasciare mai sole le famiglie con all’interno componenti affetti da disturbi delle spettro autistico e, allo stesso tempo non abbandonare chi ha questo tipo di disturbo, quando i genitori non ci sono più, o non sono più in grado di occuparsene.
Oggi, purtroppo, tutto ciò non avviene, ed è su questo che bisogna puntare affinché tutto cambi e non ci sia solo una giornata all’anno sull’autismo ma costruire giorno per giorno prassi di inclusione e di rispetto. Gino Stasi – Educatore