Sembra un paradosso ma è tipico delle città dove non c’è una vera programmazione complessiva del ciclo dei rifiuti: aumenta la raccolta differenziata e di pari passo aumenta la tassazione ai cittadini. Anche la nostra Mesagne, purtroppo, deve sottostare a questa assurdità. Assenza di progettualità non sempre dovuta esclusivamente a deficienze amministrative locali. A volte la legislazione regionale e le strutture sovracomunali non permettono di progettare un cambiamento.
Mesagne negli ultimi mesi ha fatto registrare percentuali di raccolta differenziata ottimi. I dati parlano di un 70-75% di rifiuto differenziato che visto in chiave provinciale è una enormità. Ma purtroppo tutto questo sacrificio delle famiglie mesagnesi non basta per vedere la TARI più bassa.
Per il 2017 un aumento del costo del servizio provocherà un aumento della tassazione specie per le utenze non domestiche. Da alcuni calcoli fatti dal responsabile di ProgettiAmo Mesagne, Antonio Calabrese, le famiglie mesagnesi, riguardo alle utenze domestiche, subiranno un lieve aumento della cartella TARI, che mediamente si attesta intorno allo 0,5%. Chi invece ne risentirà un po’ di più saranno le utenze non domestiche (bar, ristoranti, fiorai ecc.) che avranno una cartella maggiorata del 3,5%.
Nel piano finanziario predisposto dagli Uffici dell’Ente – visto che quello proposto dalla società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Mesagne è stato rigettato perché più oneroso ed incongruente rispetto all’anno precedente – ci sarebbe un aumento delle spese di conferimento pari a 35.000/40.000 euro circa e una riduzione dei ricavi dalla vendita del rifiuto differenziato (carta, cartone, plastica) nel circuito CONAI di 20/25 mila euro circa. L’aumento medio fra il 2016 e il 2017 delle utenze non domestiche è dunque del 3,5% ed interessa 25 attività su 30.
Le attività più penalizzate saranno i bar, gelaterie pasticcerie, pizzerie, supermercati, ortofrutta, fiorai, per alcune di queste viene annullata la diminuzione che c’era stata nel 2016. Il Comune pare che abbia scelto di aumentare la tassazione a chi produce più rifiuti soprattutto compostabili. E proprio qui nasce il paradosso. Se il Comune di Mesagne qualche anno fa avesse deciso di intercettare finanziamenti per attivare impianti di compostaggio anche di piccola dimensione – almeno fino al 2012 ciò era possibile anche per singoli comuni – probabilmente oggi non staremmo a scrivere dell’aumento della tassazione. Anzi. Avremmo potuto raccontare anche dei possibili guadagni dalla ricezione dell’umido da altri paesi. Ma probabilmente presi dalla sindrome di NIMBY (“Non nel mio cortile”) adesso ci tocca leccarci le ferite. Cosimo Saracino