È un’urgenza esistenziale per trovare il tempo e il modo di riflettere su fatti ed atteggiamenti che minano la nostra realtà di popolo: la violenza, la carenza educativa, il mancato riconoscimento del valore divino della libertà, il disprezzo per madre natura…
Ho menzionato il tempo, componente indispensabile per riflettere, esaminarsi, confrontarsi alla luce di quanto la nostra storia registra. Bisogna guardarsi dentro e abbandonare la logica della difesa a qualunque costo del proprio modo di vivere e di pensare, lasciando agli altri il ruolo di passivi spettatori.
Ogni giorno la televisione, i giornali, le riviste specializzate ci ricordano che qualcosa non va ed ognuno si sente libero di scoprire il pericolo sempre nell’altro. Questo equivale a lavarsi le mani… Dovremmo, invece, chiederci qual è il nostro reale contributo di madre, padre, figlio, credente nella costruzione di un differente vivere quotidiano? La vita che viviamo educa ancora ai valori eterni di libertà, di giustizia, di fraternità? C’è ancora posto per le sorelle e i fratelli che condividono l’esperienza del viaggio terreno? Riusciamo a dare in fatto di educazione, rispetto e carità ciò che pretendiamo dagli altri?
Sta crescendo un egocentrismo spregiudicato che esalta l’individualismo, l’egoismo e che considera solo il punto di vista dei propri diritti, delle proprie libertà, delle proprie convinzioni e annulla, di fatto, l’essere popolo, l’essere Chiesa, comunità di credenti, l’essere Nazione. Siamo una terra unica al mondo, baciata dal Creatore per le sue meraviglie, per la sua storia, per le sue bellezze naturali ed artistiche e nonostante tutto ciò fatichiamo a riscoprirci e vivere da fratelli…
“Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48) dirà Gesù, indicando, nella perfezione, quella crescita interiore che è responsabilità peculiare propria dell’essere intelligente, volitivo e cosciente.
Il fallimento che oggi dobbiamo registrare è la scarsa coerenza tra le scelte effettuate e il senso di responsabilità che dovrebbe guidarci; tra il dirsi e l’essere; tra il pretendere dagli altri e la mancata visione dei doveri che abbiamo verso gli altri. Manca la coscienza del bene, dell’amore che è “dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13), del rispetto che ci invita a collaborare per riscrivere la storia che rimane per tutti maestra di vita!
Più che contestare sempre e tutti, allora, contrastiamo la nostra incoerenza e viviamo i nostri ruoli alla luce di Dio che ci dona la vita.