Home Attualità Il mondo come io lo vedo (Albert Einstein) – di Padre Angelo Muri

Il mondo come io lo vedo (Albert Einstein) – di Padre Angelo Muri

da Cosimo Saracino
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Ho sempre curato la lettura dei libri perché fin da piccolo ne sono stato innamorato, cercando qualcuno che mi potesse aiutare a capire il vero valore della vita. Alcuni autori mi hanno insegnato a rispettare la vita, altri a cantare la vita, a vivere la vita, a non dimenticare che la vita è amare, che la vita è un dono, che la vita richiede in origine un amore vero, profondo, oblativo, disinteressato, umile, un amore che riceve nel dare, che più si dona e più illumina la vita e la rende sorgente di amore.

Tutto questo mi ha dato un senso divino della vita e, pur davanti alla morte, ho riflettuto ed approfondito il significato della vita. In questo momento storico in cui la vita è continuamente violentata dalla guerra e dalla prepotenza, messa a rischio dall’odio umano, ho sentito l’urgenza di una meditazione per una ridefinizione della vita che la renda sacra, sempre degna di rispetto, di venerazione, di cura da parte di chi la difende e da parte di chi desidera sopprimere questo dono che Dio Creatore ha voluto donare all’universo intero.

Dio alitò sulla materia e la rese vivente! La vita è un dono per tutti! Donne e uomini, creature in grado di amare, custodi della vita, dell’ambiente, di tutto il creato, fanno parte, per volere di Dio, del coro che canta le meraviglie del loro Creatore.

La vita poggia la sua sacralità su un trittico che ne garantisce la bellezza: nascere, crescere, testimoniare. La vita è piena consapevolezza quando si fa donazione, quando si concretizza in scelte di fede, di rapporto di amicizia e di amore con Dio Padre, in Gesù, Figlio suo e Salvatore nostro, nella forza dello Spirito Santo.

La testimonianza di S. Agostino ci ricorda come sia possibile per chiunque decidere di cambiare la propria esistenza in ogni momento. Suo padre Patrizio era un pagano, sua madre cristiana. S. Agostino crebbe tra queste due visioni del mondo diversissime tra loro. In una delle sue Confessioni, però, scriverà: “Fin dalla mia più tenera infanzia, io avevo succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio”. 

La nostra vita sarà ricca o povera non in funzione dei beni posseduti ma dell’amore che avremo verso tutti e che ci porterà ad essere un continuo dono. Il nostro oggi è ricco di disuguaglianze perché la vita non avanza più in un clima di carità, non si alimenta dell’amore premuroso e responsabile che, maturando nei genitori, nutre anche i figli.

L’amore è rispetto, premura, condivisione! Dove mancano questi presupposti, non può svilupparsi la civiltà dell’amore! Nelle mani dell’uomo, allora, è custodita la responsabilità di continuare a gettare il seme per la nuova umanità che, per dirsi tale, deve necessariamente fondarsi sull’amore!

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