Era l’aprile del 2021 quando nel parcheggio di un supermercato nella zona Pip di Mesagne fu rinvenuto un semirimorchio di 12 metri pieno zeppo di rifiuti. Non era l’unico ritrovamento che mise in allarme gli inquirenti: un altro fu rinvenuto in un’area industriale dismessa a Pontecagnano (Salerno).
Sono stati questi gli eventi chiave che hanno dato avvio ad un’operazione investigativa di vasta portata.
L’operazione condotta dai Carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, ha coinvolto diverse province italiane, tra cui Brindisi, Napoli, Milano, Roma, Isernia, Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno. Il focus principale è stato il fenomeno dell’abbandono di rifiuti speciali, sia pericolosi che non, ed è stata guidata dal Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, in coordinamento con la Procura Distrettuale Antimafia di Roma.
Nell’ambito di queste indagini, sono stati emessi undici provvedimenti cautelari personali, tra arresti in carcere e arresti domiciliari, nei confronti di imprenditori che operavano nel settore della gestione dei rifiuti. Questi individui sono stati gravemente indiziati di reati quali l’organizzazione di traffico illecito di rifiuti, il riciclaggio, l’autoriciclaggio, la gestione illecita dei rifiuti e la creazione di discariche abusive. Inoltre, sono state sequestrate le quote di due società i cui titolari sono stati identificati come i principali organizzatori di questa rete di traffico di rifiuti.
Questo comportamento ha permesso ad alcuni imprenditori di ottenere guadagni ingiusti per un totale di circa 1 milione di euro. Per nascondere l’origine di tali fondi, sembra che siano state compiute operazioni finanziarie illecite di riciclaggio.