Il più giovane del gruppo aveva preparato una lettera scritta a mano e, superando la timidezza, gliel’ha consegnata. Giuseppe, chef della Casa di Zaccheo, gli ha donato liquori fatti in casa, definendoli scherzosamente “oro, incenso e mirra”, suscitando un sorriso nel Pontefice. Tonino, stanco dalla visita ai monumenti di Roma e dalla giornata quasi primaverile, si è addormentato appena salito sul pullman. Davide, con il suo accento milanese, non ha smesso di fare domande incalzando gendarmi e guardie svizzere su dove poter comprare un ricordino per la suocera. Il gruppo di volontari e ospiti della Casa di Zaccheo conserverà il ricordo di una giornata caratterizzata da un incontro speciale difficile da programmare. Sarà un evento che rimarrà impresso nella mente e nel cuore di chi per la prima volta ha visto Roma e ha dovuto fare i conti con l’emozione che arriva al cospetto del Pontefice.
In viaggio durante la notte per arrivare puntuali nelle grotte vaticane dove don Pietro e mons. Anthony Onyemuche Ekpo (prezioso tramite per questo evento), hanno concelebrato nella cappella della Madonna delle partorienti. Alla fine, seguendo un percorso interno alla città oltretevere, sistemazione sul sagrato a pochi passi dalla sede dove di lì a poco è arrivato il Papa.
Uno spazio privilegiato, condiviso con una piccola comunità di palestinesi che il Pontefice aveva incontrato nella prima mattinata a Santa Marta.
L’arrivo della Papamobile nella grande piazza incorniciata dal colonnato del Bernini è stato salutato da canti, musica e qualche grido “viva il Papa”. Francesco, nella sua ventisettesima catechesi sullo zelo apostolico, ha spiegato che “la Buona Novella è universale: Dio sceglie uno per arrivare a tutti, la chiamata non è un privilegio ma per un servizio agli altri”.
Quello stesso senso del servizio disinteressato che, anche in questa giornata romana Francesca, referente della struttura di Mesagne, ha continuato ad esercitare per tutti. Grazie alla disponibilità dell’Abate Padre Donato Ogliari dell’abbazia di San Paolo fuori le mura, il gruppo di mesagnesi ha potuto consumare un pranzo frugale in uno spazio coperto e servito appunto dalla cortese Francesca e dal dinamico Valerio, voce instancabile e acuta. Tutto predeterminato e ben organizzato con un fuori programma eccezionale come la visita alla tomba di San Paolo che ha suggellato una giornata indimenticabile.