Le Primarie, le secondarie ed le altre amenità
La giunta Molfetta è sotto assedio e nulla si muove dalla torre, ne una bandiera bianca ne il luccichio di una mitraglia. Sembra che si aspetti mestamente la fine di un’esperienza che aveva questo destino segnato nel suo inizio. Poteva mai Egli cambiare l’ordine costituito, vincere il sacro fuoco della politica con quell’esercito sgangherato di Lanzichenecchi che sono al suo fianco? Poteva Egli veramente essere l’ alfiere di un’ altra rivoluzione gentile e scomporre i poteri forti che da decenni si alternano, sempre uguali a se stessi, alla guida di questa città? Al fine tutto cambia perché nulla cambi, ogni cosa tornerà al suo posto, chi conquisterà lo scettro del comando nella battaglia finale andrà a comandare e di questa transizione nulla resterà nella storia di questo paese. Così i gufi son tornati a gufare ed i politologi del web son tornati a dipingere una città morente amministrata dagli zombi. Sarà ma non ci credo e, a meno che io non sia rincitrullito del tutto, le cose non stanno propriamente così. Non stanno come dice il PD, ne come dice il Movimento 5-Stelle in comunione d’intenti col movimento Progettiamo Mesagne e neanche come dicono “i lettori ci scrivono” e la schiera di “oppositori seriali” che in così breve tempo mi sono guadagnato. Ma andiamo per gradi.
Il PD e le primarie
Come tutti sanno, non essendo io elettore attuale ne potenziale del PD, non ho partecipato alla competizione elettorale ne ho indotto qualcuno a farlo. Da cittadino continuo a nutrire riserve sul metodo di selezione della classe dirigente del nostro paese ritenendo potenzialmente fallace sia la selezione operata in rete, sia quella operata ai gazebo ove, nell’80% dei casi, si va a ratificare indicazioni e rapporti di forza definiti altrove. Io ritengo che noi dovremmo custodire con più attenzione il valore costituzionale della democrazia rappresentativa e non dovremmo mai cedere alla tentazione di strizzare l’occhio al popolo lasciandogli credere di essere il protagonista di scelte che in realtà non compie. Una volta la selezione della classe dirigente passava direttamente attraverso gli organi di partito poiché a questi si riconosceva la legittimità del ruolo della rappresentanza sociale. Non sarebbe stato per me oggetto di scandalo se l’unico partito rimasto in piedi avesse scelto il suo segretario generale nel corso di una assemblea congressuale senza passare per la forma apologetica della pseudo-democrazia diretta, tanto più che il risultato non sarebbe cambiato. Comunque sia non mi straccio le vesti per questo, ognuno si organizzi come crede purchè dentro un sistema di regole certe, meno confuse di quel che sono, e intanto aspetto di capire quale sarà il nuovo corso avviato dal vecchio segretario. A me pare chiaro che proprio per l’esito delle consultazioni primarie del PD si vada concretizzando sempre più l’ipotesi di un governo delle larghe intese o di un regime penta stellato. Semmai a qualcuno interessa ancora il destino del nostro paese e del centrosinistra questi dovrebbe sapere che l’unica alternativa a questa deriva passa per la riapertura obbligata ed immediata del dialogo fra il PD e le altre forze di sinistra (Articolo 1 – Si – oltre ai vari Civati, Pisapia, Landini, De Magistris ecc.. ). Appare a me altrettanto chiaro che le forze residue della sinistra, disperse nella palude del proporzionale, farebbero bene a mettersi insieme se vogliono perseguire una prospettiva di governo piuttosto che la semplice meschina rendita di posizione. Ma il seme del dialogo non germoglia a sinistra e temo che la dannazione della storia si ripeterà. A Mesagne se possibile le cose vanno ancora peggio. Mi pare di capire che in questa città hanno diritto di essere rappresentate la mozione Renzi e la mozione Orlando ma non la mozione Emiliano i cui sostenitori sono pregati, neanche tanto gentilmente, di non varcare neanche la soglia della sezione. Non sembra propriamente il PD aperto ed inclusivo del nuovo corso secondo Matteo, emerge piuttosto il rimando a rancori piccoli piccoli mai sopiti verso il governatore di Puglia (reo di non aver sostenuto a suo tempo la candidatura a sindaco di Ninni Mingolla) e ancor più verso l’odiato on. Matarrelli reo certo di aver sottratto loro l’antico scettro del potere. Scontro dunque di poteri forti o presunti tali al di fuori di ogni sensata formula politica che avrà un esito infausto perché l’antipotere, cui molti ammiccano, non sceglie mai fra chi il potere lo esercita oggi e chi lo ha esercitato ieri. Ma le divisioni per partenogenesi si moltiplicano a sinistra della sinistra e la schizofrenia aumenta poiché per es. anche nel neonato Movimento locale dell’Art. 1 la base appena costituita tenta di espellere il vertice cioè i rappresentanti istituzionali designati ( Matarrelli e Vizzino) e viceversa. In questo contesto dove la ragione è evidentemente estromessa dal confronto politico, dove tutti sono impegnati ad alzare muri piuttosto che a costruire ponti, dove le pagliuzze negli occhi degli altri diventano travi tutto si confonde e si mistifica. Al PD, oggi tronfio di vana gloria, son sembrati intrusi senza pudore e senza morale quei cittadini non identificati e quegli assessori che hanno avuto l’ardire di entrare nella sede di via Roma. A me son sembrati anomali i respingimenti tentati e praticati ai seggi delle così dette “primarie aperte”. Ci sta, fa parte del gioco, chi sa di politica sa che i voti non si annusano ma si contano, finiamola qui senza morti e feriti. Invece no: tuona il disprezzo dal web, fioccano i comunicati assertivi di chi ha sempre ragione e può giudicare la coscienza altrui e questo proprio non non mi va giù. Non accetto la supponenza e quel vezzo sprezzante di superiorità intellettuale, di presunta verginità morale, che le primarie hanno rinfocolato nei dirigenti vecchi e nuovi del PD mesagnese. Nessuno oggi ha ragione di rallegrarsi di niente. In conclusione, nonostante l’enfasi e la retorica con cui sono state accompagnate, per la miseria dei contenuti espressi e per i risultati raggiunti le primarie del PD non mi son parse un momento esaltante di democrazia anzi in alcune realtà locali come la nostra la democrazia è stata beceramente umiliata.
Il Centro Storico
Le cose non stanno come dice Mimmo Stella, il quale con incrollabile tenacia, per sincero attaccamento alla sua città da vent’anni eccepisce e sempre eccepirà sulle politiche del centro storico, pungolando senza sconti tutte le amministrazioni a far di più e meglio. E’ una mission che sta nelle corde naturali di chi è esperto ed esperisce senza doversi preoccupare di null’altro che dell’oggetto dei suoi studi. Lui sa, come sanno tutti, che c’è una linea di continuità programmatica segnata da tempo che, come un filo di Arianna, guida le azioni di tutti fin dall’adozione del Piano di Recupero del CS. Da questo libro mastro si evinceva allora, come si evince ora, che il Centro Storico di Mesagne ha una straordinaria stratificazione storico-culturale che deve essere salvaguardata, tutelata e costantemente rilanciata e che e’ altresì depositario di una vivace diversificazione funzionale ( residenziale, commerciale, artigianale) che deve essere parimenti sostenuta. Ognuno ha messo un tassello a questa opera poderosa di rinascita lungo questi capisaldi e anche noi ci stiamo mettendo il nostro. Abbiamo avviato un opera ricognizione dell’edilizia residenziale, abbiamo un piano pronto per l’alienazione e la valorizzazione dei beni immobili, un piano per il potenziamento delle infrastrutture, abbiamo avviato un opera di costante monitoraggio dei valori ambientali ( ordine, pulizia , controllo, viabilità ) , abbiamo avviato una decisa azione di sostegno al commercio e all’enogastronomia e stiamo predisponendo un piano organico per potenziare la capacità attrattiva dei nostri beni monumentali. Naturalmente non è tutto e non tutto è fatto al meglio, si può migliorare e ci proveremo con l’attenzione di sempre. Ma stia sereno l’amico Mimmo e gli amici di Mesagne Bene Comune, il Centro Storico sta nel cuore del sindaco. Se poi non bastano le parole valga quello che la gente vede e quel che succede nel nostro Centro Storico che a me pare essere è più vivo e vegeto che mai a partire da piazza commestibili, dal museo dell’arte sacra, dalla festa del carciofo, d ai tanti locali che riaprono e via discorrendo. Certo se la stessa meticolosa attenzione riservata per le cose che non vanno fosse altresì riservata per le cose che vanno la città ne avrebbe giovamento.
I servizi di assistenza sociale
Non è come dicono gli amici della M, non c’è lo scatafascio dei servizi sociali, non si è aperta la diga delle clientele, della discrezionalità, dell’assenza di regole ne vi è lo splafonamento delle risorse dedicate così come annunciato. Peraltro accusare, sia pure per interposta persona, questo sindaco di fare clientelismo e di sperperare risorse pubbliche mi pare proprio una bufala, così come altrettanto grave mi pare insinuare le stesse accuse verso la parte tecnica. Dal rendiconto che mi sono immediatamente fatto fornire relativo alle singole e specifiche determine di spesa prodotte nel 2016 per l’assistenza economica straordinaria, per i contributi mensili, per piani di sostegno abitativo, per gli interventi straordinari sulle utenze ecc. dall’ufficio servizi sociali e dall’ufficio centrale di ragioneria, si evince che l’annuncio fantasmagorico secondo cui la spesa per l’assistenza sociale si sia triplicata nel secondo semestre 2016 è falsa e mi sia consentito, anche moderatamente tendenziosa. Basti per tutti il dato complessivo secondo cui la spesa sociale (tutto compreso anche le voci nel primo semestre è risultata a saldo di 30.400,11 euro. Più dettagliatamente la spesa per contributi straordinari nel primo semestre è stata di 12.164,97 nel secondo semestre di 19.714,16 . Naturalmente sono a disposizione di tutti anche i dati di dettaglio, ma la sostanza non cambia non c’è alcuna discontinuità nell’azione politica. Peraltro non potrà sfuggire, come certamente non sfugge, che su questo fronte siamo in uno stato di allerta permanente perché il sistema rischia di esplodere, non per le presunte leggerezze politico-amministrative della giunta Molfetta, ma per i corposi tagli della spesa sociale effettuata dal governo centrale e regionale proprio mentre il bisogno sociale cresce a dismisura. Emergenza che l’amministrazione comunale e l’intero ambito territoriale BR/4 stanno cercando strenuamente di fronteggiare cercando comunque di mantenere i servizi agli stessi standard del passato quando i soldi arrivavano a fiumi.
Per concludere mi vien da dire che a fronte di questo accerchiamento mediatico che getta ombre inquietanti sul mio governo, sulla mia maggioranza e soprattutto sulla mia città io getto il cuore oltre l’ostacolo e vedo più in la i segni chiari di una città viva, fertile e guidata con altissimo senso di responsabilità. Poi si sa i conti si fanno alla fine e potete star sereni che la fine è ancora di la da venire.
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