Noi alunni della 1° E, nell’ambito del percorso di educazione civica, ci siamo avventurati nella lettura del libro “La distanza tra me e il ciliegio” di Paola Peretti. La protagonista, la piccola Mafalda, ci ha reso partecipi del cambiamento della sua vita a causa della malattia degenerativa che l’ha colpita agli occhi. La distanza tra Mafalda ed il ciliegio non è altro che la metafora del progredire della malattia e il doversi affrettare a realizzare tutti gli obiettivi ed i sogni riportati nella sua lista segreta.
Tante e contrastanti sono state le emozioni che hanno suscitato in noi questa lettura: la buffa comicità di Mafalda con la sua strana teoria sulla gravidanza, il primo batticuore per il compagno Filippo, il suo legame speciale con la collaboratrice scolastica, Estella, che con il suo fare talvolta burbero aiuta Mafalda, più di una volta ad affrontare le difficoltà quotidiane causate dalla “nebbiolina” nei suoi occhi che aumentano giorno dopo giorno oppure la tristezza per la fine di un’amicizia.
Mafalda, con la sua dolcezza struggente e innocente ma anche con la sua genuinità, ci ha letteralmente rapiti portandoci nel suo meraviglioso viaggio in cui spesso ci siamo rispecchiati con le sue paure e le sue ansie, ed è grazie a lei che abbiamo colto il profondo significato del suo messaggio: “Never ever give up!” Come lei, anche noi abbiamo affidato al nostro Ciliegio i sogni che mai smetteremo di inseguire.
La lettura di questo libro, ci ha insegnato che non tutto ciò che vediamo deve essere nella lista delle cose a cui teniamo tantissimo. Delle volte basta chiudere gli occhi e scoprire che siamo fortunati anche se non ci sentiamo tali, perché in un cammino fatto di perdite, sono le conquiste le vere protagoniste della nostra vita.
Infine, noi alunni della 1° E vogliamo ringraziare le voci narranti della “Distanza tra me e il ciliegio”, le docenti Pamela Tartarelli e Simona D’Alessano e la docente Elvira Panzanaro per aver dato vita al Ciliegio dei nostri sogni.
Federica F., Francesco P. e Maria Vittoria R.