Presentano un affascinante itinerario, con un obiettivo comune: “Valorizzare e destagionalizzare”.
Attrarre viaggiatori colti e raffinati, interessati non tanto alle spiagge e al mare, quanto alla cultura e all’archeologia con l’obiettivo di destagionalizzare. È questa la mission di Lequile, Latiano e Mesagne che presenteranno alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, in programma a Paestum dal 31 ottobre al 3 novembre un articolato itinerario fatto di siti archeologici, chiese barocche, deliziosi centri storici, musei, eventi e tappe golose.
Ne hanno parlato stamattina nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella stanza del primo cittadino del Comune diMesagne, il sindaco della città, Antonio Matarrelli; il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà; il sindaco di Latiano, Mino Maiorano; l’assessore alla cultura del Comune di Latiano, Monica Albano; il consigliere delegato alla Cultura e Turismo, Marco Calò; il consulente comunale con delega al centro storico e alla valorizzazione delle aree archeologiche, Mimmo Stella; il consulente del Comune di Latiano, Angelo Gaglione. Ha moderato la direttrice della rivista “Spiagge”, Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it) che sarà presente con la sua rivista a Paestum.
Dice Carmen Mancarella: “Dobbiamo prendere lezione dai turisti. Quando arrivano non si accontentano di visitare un solo borgo, ma girano tantissimo. Li vediamo andare anche a Matera, pur facendo base a Mesagne. Per questo abbiamo ideato un viaggio ricco di stimoli culturali per viaggiatori appassionati, colti, raffinati e perché no, anche altospendenti, considerato che possono permettersi una vacanza “fuori stagione”.
LA VIA APPIA SITO UNESCO ACCENDE I RIFLETTORI SU TUTTO IL TERRITORIO
Un doppio filo lega le tre città: Latiano e Mesagne condividono il vasto sito archeologico di Muro Tenente, attraversato dalla via Appia, la Regina delle Vie, divenuta patrimonio mondiale dell’umanità Unesco che ha acceso potenti riflettori su tutto il territorio. Lequile e Mesagne sono legate tra loro dall’estro e dalla maestria di un architetto vissuto nel XVII secolo, Salvatore Miccoli di Lequile, che realizzò le chiese di San Nicola e di San Vito a Lequile, ma anche la chiesa Mater Domini di Mesagne, le quali, di fatto si assomigliano.
E così Lequile, Latiano e Mesagne si presentano compatte alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico facendo sistema, con lo scopo di offrire un itinerario turistico da vivere durante un week – end lungo anche in pieno autunno e inverno o nella prossima primavera. Scopriamo i borghi uno per uno.
MESAGNE
Dice il sindaco di Mesagne Antonio Matarrelli: “Capitale della Cultura di Puglia 2023, Mesagne saprà sorprendere per il suocentro storico e non solo: la città è un susseguirsi di chiese barocche, di piazze, racchiuse dalle imponenti porte il cui tracciato fa di Mesagne un centro storico a forma di cuore”. Incredibile la mostra di altissimo livello “7 secoli di arte italiana”, che custodisce quadri originali di Leonardo da Vinci, Raffaello, Canaletto, Artemisia Gentileschi, De Nittis, Canova, Burri. La mostra, organizzata dalla società dalla rete di imprese, “Micexperience”, presieduta da Pierangelo Argentieri, in partenariato con Comune di Mesagne e Regione Puglia, ha avuto un così grande successo che sarà molto sicuramente prorogata per tutto il periodo natalizio.
Il castello custodisce anche lo straordinario Museo archeologico del Territorio “Ugo Granafei” e il raccontro delle origini messapiche della città. Da ammirare vasi decorati ispirati al mito, le tipiche trozzelle messapiche, i giocattolini messapici rinvenuti nelle tombe dei bambini. Imponente la tomba a camera dell’atleta, che venne rinvenuta in via San Pancrazio. Appena fuori dal museo, ci si può soffermare sui resti di un antico villaggio japigio.
TURISMO ACCESSIBILE
Tutto il centro storico è stato reso accessibile ai non vedenti grazie ai pannelli, realizzati anche in braille, mentre il Museo ha attuato un interessante progetto che piace a tutti, si tratta di “Touch the History – Tocca la storia”, grazie al quale sono stati riprodotti i reperti archeologici più significativi, che possono essere toccati dai non vedenti e da tutti, soprattutto dai bambini.
LA VIA APPIA SITO UNESCO
Mesagne ha brindato ad un importante riconoscimento: è sito Unesco. Il suo parco archeologico, Muro Tenente, che condivide con Latiano, è attraversato dalla via Appia, e nel luglio scorso ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Patrimonio mondiale dell’umanità. Un tracciato della via è all’ingresso dell’antica città messapica di Muro Tenente, dove l’èquipe di archeologi guidati dal professore olandese Gert Burgers della Libera Università di Amsterdam ha riportato alla luce le antiche mura, spesse cinque metri, il tracciato di interi quartieri, la necropoli e le tracce di una devastante battaglia tra Cartaginesi e Romani, avvenuta nel III secolo a.C., che decretò l’abbandono del sito, praticamente raso al suolo da incendi e dalle palle delle catapulte lanciate dai romani.
LATIANO
Dice il sindaco Mino Maiorano: “Gli abitanti di Latiano sono legatissimi al sito archeologico di Muro Tenente, tanto che negli anni ’70 alcuni giovani guidati da Tommaso Mola condussero una campagna di scavi che portò alla scoperta di ben 400 monete antiche in argento! Già quando vennero compiuti i primi scavi nel 1913 ad opera della Sovrintendenza tutto il paese vi partecipava con trepidazione. Nacque sin da allora il Museo Ribezzi Petrosillo (oggi divenuto fondazione), al quale la Sovrintendenza ha dato in affidamento numerosi reperti archeologici rinvenuti a Muro Tenente, indicata anche con il nome di Scamnum. Un’accurata mostra fotografica curata dall’architetto Vincenzo Camassa sulla storia degli scavi è visitabile nello stesso Museo, divenuto oggi fondazione presieduta da Vittoria Ribezzi”.
Latiano è la città dei musei per eccellenza. Ha un bellissimo polo museale dove si possono visitare ben quattro musei, che una volta erano sparsi per la nostra città e restavano quasi sempre chiusi. Nell’ex convento dei domenicani si possono ammirare il Museo delle Tradizioni, il Museo della Ceramica, il Museo della Storia della Farmacia, il Museo del Territorio e vi è anche una sezione sulla storia dell’evoluzione delle Telecomunicazioni. Nell’ex convento sono stati riprodotti fedelmente le case dei contadini con tutto il loro corredo e suppellettili, ma anche le botteghe di antichi mestieri oggi scomparsi come lu conzalimbi (chi riparava le terracotte di uso quotidiano), il fabbro che ferrava i cavalli.
LATIANO CITTÀ DI BARTOLO LONGO, FONDATORE DEL SANTUARIO DI POMPEI
A pochi passi dal polo museale, in via Santa Margherita, si trova la casa che ha dato i natali a Bartolo Longo, proclamato beato. Lui ha il merito di aver fondato il Santuario di Pompei e di aver dato un futuro dignitoso a centinaia di migliaia di figli di carcerati, istituendo una scuola dove insegnava loro un mestiere oppure una professione, strappandoli quindi a un destino, che per nascita, sembrava segnato e sfidando le teorie del Lombroso.
LATIANO E LA PASTA REALE DE.CO.
Ma ai viaggiatori Latiano sarà anche in grado di offrire un irresistibile richiamo goloso: i deliziosi fruttini di pasta reale (pasta di mandorla colorata con colori tenui), di cui le nonne si tramandano gelosamente la ricetta, sono divenuti prodotti De.co (denominazione comunale)”.
LEQUILE VOLA ALTO COME UN’AQUILA
Dice il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà: “Tutto parte dal nostro frantoio ipogeo, splendido simbolo di Archeologia industriale, che si trova nella frazione di Dragoni. Secondo alcuni documenti antichi c’erano a Lequile ben 15 frantoi ipogei, di cui ben nove concentrati a Dragoni. Dobbiamo immaginare i frantoi come se fossero dei veri e propri pozzi petroliferi di una volta. E i proprietari erano come i moderni sceicchi. Vi si estraeva non petrolio ma oro giallo: il nostro olio d’oliva lampante, che veniva utilizzato per illuminare le vie delle principali capitali europee: Londra, Parigi, Mosca. Ogni giorno partivano da Gallipoli ben 70 navi cariche di olio. Da questa immensa ricchezza nasce la bellezza degli eleganti palazzi e delle nostre grandi chiese come la chiesa madre in stile tardo barocco, la chiesa di San Nicola e la Chiesa di San Vito con fregi in foglia oro”.
Nella piazza principale davanti al Municipio, si possono ammirare la colonna barocca di San Vito, il nostro Santo Protettore che protegge la nostra città. Accanto si erge il palazzo dei principi Saluzzo una famiglia genovese arrivata a Lequile proprio per la commercializzazione dell’olio.
Stupenda è, poi, la chiesa madre tardo barocca e le chiese di San Nicola e di San Vito. Entrambe vennero progettate dall’architetto Salvatore Miccoli di Lequile che realizzò anche la Chiesa Mater Domini di Mesagne. Infatti le tre chiese, con le loro cupole maiolicate, si assomigliano moltissimo.
Da non perdere una visita al convento di San Francesco, dove resterete letteralmente incantati dagli affreschi che ritraggono l’Ultima Cena, Angioletti che giocano e persino i frati Amanuensi, che con la loro pazienza e la loro cultura hanno tramandato sino a noi il Sapere dell’Umanità. La biblioteca del convento conserva anche pregiati libri in pergamena antichissimi.
Per il week- end dell’Immacolata è atteso l’evento “Natale nelle Corti”, con artisti di strada, performance teatrali, degustazioni di prodotti tipici e di sfondo il meraviglioso borgo.