Scriveva Epifanio Ferdinando nel 1637: «[…] il sito di Mesagne è alto e un po’ elevato, tanto che da ogni punto d’osservazione si vede situato su di una semicollina, cosa che appare a prima vista a chiunque arrivi a Mesagne, e in ciascuna delle tre Porte è evidente un’elevazione. E da ogni parte le acque pluviali defluiscono subito all’esterno, e in questo luogo si percepisce una moderata calura, simile soprattutto a quella primaverile. Pertanto, da questa elevata e graziosa pianura viene un’aria pura, piacevole, temperata, anzi temperatissima e delicatissima; così, infatti, stabiliva il Divino Platone nel libro 4 delle Leggi: ossia che una Città dovesse essere edificata in luoghi elevati e in cerchio, e protetta da mura, affinché fosse più sicura e più elegante. Da ciò noi nel nostro libello Sul modo di allungare la vita, o di conservare la giovinezza e di ritardare la vecchiaia, scrivemmo che, per una vita sana e lunga, venissero valorizzate tutte le erbe, le piante, i Frutti, le messi, i Cereali e i vini provenienti da luoghi elevati. Infatti, qui – a Mesagne – i raggi del Sole sono gradevoli, il soffio dei venti spira soavemente, le acque non ristagnano».
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Questo è soltanto uno dei consigli che Epifanio Ferdinando intendeva dare ai Mesagnesi, a cominciare dal Signore di Mesagne, Giovanni Antonio Albricci, di cui era anche il medico. E tanti altri ne possiamo leggere nel suo antico manoscritto Sulla Storia e sul Clima di Mesagne.
Cosa buona è, quindi, conoscere il passato del proprio territorio. È una medicina e un alimento dello spirito. Ma, attenzione! Come tutte le medicine, la saggezza di Epifanio va presa a piccole dosi, e con continuità. Deve essere letto, soppesato, e digerito. Per questo terremo una conversazione con lui il 7 dicembre 2024, nel castello di Mesagne. Il Presidente della Società Storica di Terra d’Otranto Domenico Urgesi