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BuongiornoSanremo2025 – di Carla Graduata

da Cosimo Saracino
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Tutti i Sanremo felici si assomigliano fra loro, ogni Sanremo infelice è infelice a modo suo.
L’infelicità di questo Sanremo è tutta nell’odore di Restaurazione e di disinfettante che Conti ha provato a spargere qua e là per il Festival.
Sterilizzata la scenografia, eliminate l’imperfezione (tranne l’audio ammutolito per i primi 2 minuti!) e l’improvvisazione, calcolate le battute, studiati i dialoghi, cronometrati gli interventi, l’esperto dell’imperturbabilità, laureato all’Università della par condicio, ci propone un camposanto più che un Sanremo.
Conti non vuole emozionare, Conti vuole fare ascolti, ora sulla pelle del grandioso Ezio Bosso, ora su quella del dolcissimo Fabrizio Frizzi ora su quella dell’indimenticato Sammy Basso, tutti omaggiati non perchè bravi ma perché amici suoi.
Conti non vuole la Pace, Conti vuole fare ascolti e arriva a scomodare Papa Francesco che legge in un imbuto (audio pessimo) fogli su fogli su fogli. La laicità dello Stato cancellata in due minuti in eurovisione.
Conti non vuole fare monologhi seri, Conti vuole fare ascolti, finanche sulla pelle del conflitto israelo-palestinese. Sceglie, così, una cantante ebrea ed una che definisce palestinese (anche se non lo è!) e fa cantare loro IMAGINE, senza dire una parola su Gaza. E così banalizza tutto, facendoci venire a noia finanche le guerre, perché i morti non smettono di morire e noi ci accontentiamo di dedicare loro canzoni di J. Lennon.
Conti non vuole fare pettegolezzi, Conti vuole fare ascolti e così sceglie le canzoni di Fedez e Achille Lauro che hanno amato contemporaneamente la stessa donna, cioè Chiara Ferragni, quella che qualche anno fa si era scritta sulla stola “PENSATI LIBERA!” e, oggi, l’hanno rinviata a giudizio.
Conti non vuole fare politica, Conti vuole fare ascolti e così il secondo giorno, in conferenza stampa, dichiara che: “Tutti dobbiamo essere fortemente antifascisti”, solo perché il giorno prima alla giornalista che gli chiedeva se si definiva antifascista aveva risposto: “Siamo nel 2025, questa domanda è un po’ anacronistica, mi preoccupa di più l’intelligenza artificiale”.
Conti non vuole confronti con Amadeus, Conti vuole fare ascolti, ma non raggiungerà mai il livello degli scorsi Sanremo, perché a furia di sterilizzare non è rimasto niente del vero Festival di quello che ci faceva stare incollati davanti alla tv fino alle 2 di notte, sorridenti e svegli.

✅IL/LA CO-CONDUTTORE/TRICE
Carlo Conti sdogana i presentatori di Mediaset sulla RAI. L’ha fatto qualche anno fa con Maria De Filippi, l’ha rifatto quest’anno con Gerry Scotti che è elegantissimo e a suo agio, ma avrà sempre addosso quell’insopportabile odore di cipolla dei risotti che non scuociono mai ma restano sullo stomaco per un bel po’.
Il trash sale sul palco dell’Ariston alle 21:17, con un Antonella Clerici che gioca da vent’anni sempre sulla stessa, identica gag: vestiti zambrissimi che le fasciano il corpo.
Carlo Conti li avrà anche voluti con sé perché sono “i miei carissimi amici”, ma di fatto impedisce loro di proferire parola. Fanno da ornamento ed è un peccato perché, da soli, quando riescono a sfuggire dal copione, buttano qua e là battute carine.

🌹OSPITE – LORENZO JOVANOTTI
Alle ore 22:24 arrivano lo show, lo spettacolo, la musica, la sincerità, i colori, le culture di tutto il mondo.
E’ un crescendo che ci fa ricordare, finalmente, che siamo a Sanremo, al Festival della musica italiana e non in una parrocchia di periferia a recitare il rosario di PapaCarlo, ascoltando RadioGerry.
I successi di Jovanotti si insinuano sulla copertina di pile che abbiamo sulle gambe per ricordarci che siamo vivi, che siamo veri, che possiamo ridere, ballare e piangere ed emozionarci.
Jovanotti con semplicità ci inonda di involontaria gioia e leggerezza.
Quando accanto a lui, sul palco, sale Gianmarco Tamberi, recitano insieme un meraviglioso pezzo sul CORPO UMANO “non mi sento diverso, non mi sento uguale, così da essere imperfettamente me stesso”.
C’è finalmente vita in questo camposanto!

🔴CANZONI IN GARA:
Gaia ⏩ arriva fasciatissima in un abito “mummia”. La canzoncina non lascia il segno ma è orecchiabile. Ricorderemo più la sua mano inspiegabilmente infilzata nel ferro delle parole del suo testo.

Francesco Gabbani ⏩ la scimmia di Gabbani non balla più, si è suicidata tra le braccia di un ritmo sentito e risentito ed in un mare di luoghi comuni “viva la vita così com’è!”.

Rkomi ⏩ con il “lavaturo” esposto, appena inizia a cantare coinvolge non solo tutto il pubblico in sala ma anche quello a casa che, alle 21:02, sta già per appisolarsi. Il podio ci sta.

Noemi ⏩ irriconoscibile e rifatta, arriva vestita da Jessica Rabbit e porta finalmente la VOCE sul palco di Sanremo. Emozionante.

Irama ⏩ da Jessica Rabbit a Lady Oscar è un attimo! Irama è uno degli “Amici di Maria De Filippi” e quest’anno ha scelto come manager FABIO MARIA DAMATO, cioè l’ex manager della Ferragni, quello del caso Pandoro: gli porterà bene?

Coma Cose ⏩ due neo-sposi felici arrivati dagli anni 40, in abiti Valentino, soffiano finalmente una ventata di rock sul palco dell’Ariston. Fanno l’occhiolino ai Baustelle e ci raccontano dei cuoricini (like) che segnano i successi, gli insuccessi, i cibi, i viaggi, le immagini e le frasi delle nostre vite vissute ormai più sui social che nelle stanze.

Simone Cristicchi ⏩ alt! Fermi tutti! Alle 21:25 sale sul palco dell’Ariston un gigante dell’Amore e con il gergo dei poeti dà forma e sostanza al terrore di tutti noi figli: diventare genitori dei nostri genitori che lentamente invecchiano e perdono la memoria. Anche non fosse podio, rimane podio nel mio cuore. Da leggere e rileggere e rileggere (più che ascoltare).

Marcella Bella ⏩ il tempo per lei si è fermato: è magra, senza una ruga, con la stessa voce graffiante di sempre. Ci fa asciugare le lacrime, facendoci saltare sul divano ed ha 73 anni. Io ne ho 50 e non mi sento tanto bene.

Achille Lauro ⏩ lascia tutti spiazzati con una melodia romantica, malinconica, emozionante. Se non si lascia sopraffare dal pettegolezzo, quest’anno spacca.

Giorgia ⏩ finalmente dopo anni di tentativi andati a male, torna GIORGIA, quella con la voce più bella del mondo, quella elegantissima nella sua semplicità, quella che spiazza con il sorriso disarmante.

Willie Peyote ⏩ anche se non vince, questa canzone la sentiremo dappertutto. La corista in fondo a destra con il culone e le tettone mi fa sentire finalmente normale in una marea di perfettamente magre che sono salite su quel palco.

Rose Villain ⏩ è rimasta bbona. Anzi forse quest’anno è ancora più bbona dell’anno scorso. Punto. (mi manca la corista culona e tettona di prima!).

Olly ⏩ la canzone è carina e orecchiabile, potrebbe sorprendere, ma non riesco a prenderla sul serio perché olly è il nome del nostro cane (Holly!).

Elodie ⏩ nemmeno un millimetro di gamba scoperta: non sembra nemmeno Elodie, infordicata com’è nella carta stagnola del chebbebbaro di piazza Sant’Oronzo!

Shablo feat Guè, Joshua e Tormento ⏩ ho scelto quando andare a incipriarmi il naso!

Massimo Ranieri ⏩ odio i giovanilismi di mussoliniana memoria, ma Ranieri è strapassato, scontato, banalissimo.

Tony Effeà ⏩ è sempre tutta colpa del PD! Se il sindaco di Roma Gualtieri (PD) non lo avesse prima invitato e poi escluso dal concerto di Capodanno, nessun over 50 avrebbe saputo chi è. Stasera gli hanno tolto la pelliccia e i collanoni di oro, infilato un elegantissimo abito bianco, e cucito addosso uno stornello romano che fa l’occhiolino a Califano. Orecchiabile, andrà forte. Rimane uno zambrone senza voce e senza storia. PS è fidanzato dell’influencer Giulia De Lellis (inventata da Maria De Filippi): sui social ha già vinto lui!

Serena Brancale ⏩ L’allegria del suo pezzo stride con l’orario (23.44) e le labbra e le tette finte.

Brunori sas ⏩ qui parlano il cuore, la Calabria, la Poesia. Brunori canta e dipinge scenari. Con lui siamo cresciuti tra nostalgia e malinconie, perdite e amori. Oggi è padre ed il verso più bello è il suo
“Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare”

Modàà ⏩sono vent’anni che kekko dei Modà canta la stessa identica canzone con parole diverse.

Clara ⏩bellissima, elegantissima, occhi verdi che incantano.

Lucio Corsi ⏩ore 00:08 arriva l’Arte, la follia, la magia, la purezza del menestrello libero e disincantato, il lampo di genialitá, con un testo attualissimo e poetico, che supera tutti i monologhi del mondo e condensa in un verso il malessere di questi anni
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intornoVolevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio

Fedez⏩dopo la sua frequentazione con Fabrizio Corona e lo sputtanamento social di tutte le corna che si sarebbero vincendevolmente scambiati lui e la moglie, non so più se credere al racconto sbandierato della sua depressione. Se è vero che non sta bene, chi gli sta accanto lo aiuti a difendersi da se stesso e a togliersi le lenti a contatto nere che gli allargano la pupilla.

Bresch⏩non male.

Sarah Toscano⏩ha 18 anni ed è tra gli autori del pezzo. Ha personalità, stile, voce e musicalità.

Joan Thiele⏩purtroppo l’orario non le rende giustizia (00:38). Da riascoltare da svegli.

Rocco Hunt⏩trita e ritrita.

Francesca Michielin⏩anche lei merita di essere riascoltata ad un orario decente!

The Kolors⏩Estiva. Da radio. Tormentone.

❣️CLASSIFICA UFFICIALE (Giuria Sala Stampa, Tv e Web)
Nell’epoca del Sanremo più democristiano di tutti, Conti ci dice quali sono le prime 5 posizioni, senza indicarci in che ordine si sono classificate le singole canzoni.
BRUNORI SAS – GIORGIA – LUCIO CORSI – SIMONE CRISTICCHI – ACHILLE LAURO
(prevedibili, concordo!)

❤️❤️MENZIONE D’ONORE
A quelli che non disinfettano ma colorano il mondo. A chi dopo essersi lavate le mani le affossa, senza indugio, nella marmellata e nella farina. A tutte le mamme (e i papà e le zie e gli zii e le nonne e i nonni) che perdono la memoria, o la giovinezza, o la salute, ma continuano ad avere fame di vita e di futuro. A chi non sistema le pantofole davanti al letto e spaia i calzini. A chi non ha paura delle parole e le usa liberamente. A chi si espone e si oppone. A chi alla Restaurazione preferisce la Rivoluzione. Ai poeti che si ribellano all’autotune (software che manipola l’audio) e usano la loro voce. Ai Lucio Corsi che hanno la faccia da buoni in un mondo di duri.
A chi scombina i piani e rompe le regole…le palle no, che a quello c’ha già pensato Carlo Conti!

❤️❤️❤️MENZIONE D’ONORE DA CASA
A tutti coloro che sono riusciti a resistere fino all’1.23 nonostante la voglia di chiudere tutto alle 21:15. A Stefanomio che è la brutta copia di Brunori sas e la bella copia di Simone Cristicchi e che ci ha confessato che vorrebbe vestire come TonyEffe, regalandoci la battuta più bella del peggior Festival di Sanremo degli ultimi anni: “Chi m’Irama mi segua”.

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