Home Dal Territorio Padre Renato ringrazia tutti per la vicinanza dopo l’aggressione in Argentina

Padre Renato ringrazia tutti per la vicinanza dopo l’aggressione in Argentina

da Redazione

“È davvero prezioso sapere che c’è chi ascolta anche questa parte di mondo.

Voglio esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti i cittadini, al sindaco, a Don Pietro e a ognuno di voi, dal primo all’ultimo e dall’ultimo al primo. Vi ringrazio sinceramente per l’affetto e la vicinanza. In momenti come questi, in cui si sente forte la nostalgia, è fondamentale sentire il calore della propria comunità, della propria famiglia. Quando accadono certe cose, si vorrebbe poter tornare a casa o tra gli amici. Qui, invece, mi trovo lontano dagli affetti più cari, ma non mi sento solo: sento la Chiesa, sento tutti voi, sento anche la mia diocesi, quella di Brindisi-Ostuni, che mi è vicina.

Come raccontavo, la nostra presenza in questa zona non è sempre accolta con favore. A volte è scomoda, a volte non gradita. Ma resta una presenza di speranza, con il desiderio profondo di vivere il Vangelo e di dare voce a chi non ce l’ha. Il nostro cuore è sempre attento. Oltre al mio servizio qui in parrocchia, sono anche delegato episcopale per la pastorale giovanile, e il nostro impegno è volto a riscattare, prevenire e aiutare i giovani affinché non cadano nelle situazioni difficili che, purtroppo, colpiscono i nostri quartieri: droga, prostituzione, alcol, gioco d’azzardo. Sono realtà che distruggono vite.

Spesso, alla radice di tutto, c’è la povertà, che porta con sé storie difficili, tristi, segnate anche dalla violenza. E quando parlo di violenza, mi riferisco anche agli abusi sessuali che, purtroppo, avvengono spesso tra le mura domestiche proprio a causa della povertà. Il tasso di questi episodi è molto alto.

Per questo, la nostra presenza qui è quella di una Chiesa viva, una Chiesa che è un “ospedale da campo”, come ci ricorda Papa Francesco. Una Chiesa che accompagna le storie di ciascuno e che, a sua volta, si lascia accompagnare. Siamo fratelli in cammino.

E poi accadono eventi che ci fanno riflettere. Come diceva il Vangelo di ieri: “Quando vi perseguiteranno e diranno ogni sorta di male contro di voi, sappiate che state facendo ciò che il Signore vi chiede di fare”. Dare voce a chi non ha voce, perché la dignità della persona sia sempre al centro, perché nessuno sia trattato come uno scarto.

Sto bene, sto migliorando e non mi lascio vincere dalla paura. Sono già al lavoro, i dolori passeranno, ma la gioia e la forza nel cuore restano.

Grazie, Mesagne. Grazie a tutti voi per la vicinanza. Vi sento davvero accanto e vi ringrazio per continuare ad essere una Chiesa in uscita, una Chiesa che non ha paura di sbagliare, una Chiesa che si sporca le mani, che ama il fratello e cammina con lui, per essere insieme pellegrini di speranza, come ci invita a fare il Giubileo.

Dall’Argentina, da questa terra meravigliosa, purtroppo segnata anche da queste difficoltà, vi mando un forte abbraccio. Vi aspetto tutti: quando vorrete venire a trovarci, sarete a casa.

E che anche qui possa avvenire lo stesso riscatto che avete vissuto a Mesagne: un riscatto culturale, artistico e umano, per sentirci davvero una famiglia che cammina insieme per il bene dell’umanità.

Da questa piccola parte di mondo vogliamo dire: Si può! C’è speranza! Non perdiamoci mai, non perdiamo mai il desiderio di fare il bene, anche quando le cose non vanno come vorremmo.

Un abbraccio a tutti. Ciao, Mesagne! 

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