Home Attualità Il plesso ‘A. Moro’ ha ospitato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International

Il plesso ‘A. Moro’ ha ospitato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International

da Redazione
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Negli ultimi tempi il mondo sembra avere uno sguardo offuscato sul presente, rivolto all’indietro, guarda al passato piuttosto che al futuro, disattendendo così la promessa dei diritti umani universali del 1948 proclamati nella DUDU.


Le violazioni dei diritti umani dilaganti e i conflitti armati in aumento mettono in discussione i principi fondamentali di un’esistenza libera e dignitosa che spetta a ciascun essere umano e ad ogni popolo. Regimi autoritari, gruppi sovversivi e altre organizzazioni manifestano gli aspetti e i sentimenti peggiori della natura umana, mentre avremmo bisogno di umanità, gentilezza e solidarietà. A questi temi è stato dedicato l’incontro tra le classi terze e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, tenutosi oggi nell’auditorium della scuola secondaria di 1°grado dell’I.C. “Giovanni XXIII-Moro”, alla presenza del Dirigente scolastico Salvatore Fiore, dell’avvocato Nicola Lonoce, Componente Direttivo Avvocati immigrazionisti pugliesi, Vincenzo Sicilia, assessore all’istruzione, e della signora Regina Cesta nel ruolo di moderatrice e importante mediatrice con Amnesty International.


Il titolo dell’incontro, “Diritti umani, una conquista da difendere”, ha voluto riconoscere il sacrificio di chi ha lottato per la loro conquista e nel contempo essere il segno del cambiamento che auspichiamo, perché non dobbiamo darli per scontati, ma occorre l’impegno di tutti affinché quei diritti diventino forti, radicati nella società e accessibili a tutti.
L’incontro ha concluso il primo triennio di collaborazione tra la scuola secondaria di primo grado “Moro” e Amnesty International volta a disegnare la strada da percorrere per le nuove generazioni nel rispetto dei valori della solidarietà, dell’accoglienza e della condivisione. E la scuola, in questo percorso, ha l’importante compito di rendere ragazzi e ragazze, attraverso un’istruzione di base, terreni fertili per piantare “i semi” dei diritti umani. Al riguardo Riccardo Noury ha sottolineato come la scuola e le istituzioni siano importanti alleate delle organizzazioni non governative come Amnesty perché, senza il lavoro sul territorio, mancherebbe l’attenzione sulla questione dei diritti umani.
Docenti e discenti sono stati trasportati da Riccardo Noury in luoghi lontani in cui alle donne è negato il diritto all’istruzione, di decidere del proprio destino, come in Afghanistan, o in Iran dove sono costrette ad indossare il velo e a dar segno di umiltà e modestia attraverso un abbigliamento castigato.
È per necessità, ha sottolineato Noury, che molte persone fuggono da questi Paesi, per non rassegnarsi ad un destino di costrizione, nel tentativo di cercare un destino altrove, lungo le rotte migratorie del mondo di oggi.

È emerso dal racconto un universo femminile che anima il movimento per i diritti umani e organizza la resistenza ingegnandosi per sfuggire ai controlli del potere, come in Russia dove le attiviste hanno sostituito le etichette dei prezzi nei supermercati con dei cartellini contro la guerra. In questi contesti di diritti negati, le piattaforme social diventano preziosi mezzi per esprimere il dissenso e lottare per il cambiamento. Con l’avvocato Lonoce l’attenzione si è spostata sui diritti e sulle difficoltà degli immigrati che arrivano in Italia, tra cui la mancata conoscenza della lingua e il mancato riconoscimento dei titoli di studio. L’incontro si è concluso con gli interventi dei ragazzi che hanno rivolto ai graditi ospiti domande ed espresso riflessioni a testimonianza del lungo lavoro svolto nelle classi sui diritti umani.

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