“Vorrei…raccontarti Cesare” non è solo uno spettacolo, è un viaggio emotivo dentro la musica e la vita di un artista che ha saputo cadere e rialzarsi. Il gruppo mesagnese Logico 2.0 ha messo in scena la sua maturità artistica con un’opera che unisce fantasia, talento e passione, lasciando il pubblico senza fiato. A sette anni dalla loro nascita e alla terza esperienza teatrale, i Logico 2.0 hanno portato sul palco del Teatro comunale un ritratto autentico e pulsante di Cesare Cremonini, fatto di verità, imperfezioni, successi e silenzi.
Più di 25 elementi hanno dato forma a un ensemble affiatato, dove ognuno ha avuto un ruolo chiaro, tutti guidati da un solo obiettivo: emozionare. E ci sono riusciti, con forza e delicatezza. La musica, le parole, la danza, le luci: ogni dettaglio ha contribuito a un’atmosfera calda e coinvolgente, che ha saputo raccontare Cesare non come un idolo irraggiungibile, ma come un uomo che ha lottato per la sua identità artistica.
La vita del cantautore è stata narrata attraverso la lente dell’amore: un filo conduttore capace di esaltare la complessità di un artista che dai Lunapop è arrivato al palcoscenico da solista, attraversando momenti bui e rinascite spettacolari. È proprio in questo percorso di fragilità e forza che il gruppo ha trovato la chiave giusta per colpire il cuore del pubblico.
Sul palco, la musica è stata protagonista indiscussa. Chitarre, batteria, sax e violino hanno dialogato in perfetta armonia con la voce potente e intensa di Anthony Fontana, tributo vivente a Cremonini. I suoi mille cambi d’abito e lo sguardo profondo e vibrante hanno dato forma a un’interpretazione credibile e trascinante. Al suo fianco, la maestria interpretativa di Liuba Meo, autrice dei testi e vera anima dello spettacolo, ha donato profondità e poesia alla narrazione. Con lei, il talento di artisti locali come Sara Frassanito, Pietro Rosato e Gianvito Crisi ha generato una sinergia viva e sincera, dimostrando quanto sia potente il valore della collaborazione.
Se volessimo trovare un difetto: il ledwall, spesso spento, ha lasciato l’amaro in bocca a chi avrebbe voluto vedere anche le immagini di Cesare, per completare il quadro emotivo. Ma il cuore dello spettacolo non ne ha risentito. Il momento più intenso è arrivato con la frase “Sono Cesare ed una pallottola mi ha sfiorato”, un punto di svolta che ha raccontato la caduta e la rinascita, il dolore e la forza di chi non ha mai smesso di crederci.
“Vorrei…raccontarti Cesare” è stato un atto d’amore verso la musica, il teatro e l’arte di raccontare. Un applauso a questo di artisti che, con passione e cura, hanno saputo trasformare una storia personale in un’esperienza collettiva. Complimenti davvero.