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La “Pastasciutta Antifascista” piace davvero a tanti

da Cosimo Saracino
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Grande partecipazione per l’edizione 2025 della Pastasciutta Antifascista, organizzata dall’ANPI di Mesagne presso il Salento Fun Park. Un evento che ha saputo unire memoria storica e attualità, riportando al centro della discussione pubblica i valori della Resistenza, la libertà di stampa e il coraggio civile. La manifestazione, che a Mesagne si ripete da diversi anni, prende spunto da un episodio simbolico: il 25 luglio 1943, giorno della caduta di Mussolini, i fratelli Cervi cucinarono e offrirono un piatto di pastasciutta a tutta la comunità per festeggiare la fine del fascismo. Da allora, quel gesto è diventato un rito laico che rinnova l’impegno antifascista e il desiderio di democrazia. E i fratelli Cervi erano rappresentati simbolicamente sul Paci da sette grandi papaveri rossi. 

L’incontro è stato aperto da un confronto sincero e partecipato sui temi dell’informazione libera, dell’antifascismo contemporaneo e delle sfide che le nuove generazioni si trovano ad affrontare in un contesto segnato da nuove forme di autoritarismo e repressione. A rendere intenso il dibattito sono stati ospiti di spessore: Francesco Cancellato, direttore di Fanpage; Anna Caputo, responsabile immigrazione per ARCI Puglia; Giuliana Sgrena, scrittrice e storica inviata di guerra; Saverio Tommasi, autore e narratore civile; e Lorenzo Tosa, giornalista e voce attenta del mondo social. Protagonisti intervistarli da cinque giovani dell’ANPI locale, con domande puntuali e sincere che hanno saputo creare uno spazio autentico di dialogo intergenerazionale. Quei cinque ragazzi, come ha sottolineato la presidente Carla Graduata, sono “i partigiani del nuovo millennio”, capaci di dare nuova voce a una storia che non deve spegnersi.

Particolarmente toccante l’intervento di Giuliana Sgrena, che ha ricordato i drammatici momenti della sua liberazione in Iraq, durante la quale perse la vita Nicola Calipari, agente del Sismi. “Non me la sono andata a cercare – ha detto per rispondere all’accusa più infame che le viene rivolta – ho solo fatto il mio mestiere di giornalista.” Un’affermazione che ha scosso il pubblico, riportando alla memoria vent’anni di silenzi e zone d’ombra. Sgrena ha poi parlato del caso Ilaria Alpi, aprendo uno squarcio su una verità ancora difficile da accettare: la vendetta di un popolo, quello somalo, verso chi, negli anni, aveva violato la sua dignità.

Lorenzo Tosa ha invece raccontato la sua esperienza con la comunicazione digitale, spiegando come i social, se usati con coscienza, possano diventare strumenti di riflessione e consapevolezza. “Non scrivo articoli, accendo scintille”, ha detto, ricordando che anche un semplice post può diventare un atto politico. Il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, è stato sollecitato sulla vicenda Paragon e su quello che ne è conseguito: “All’inizio mi sono sentito violato, adesso l’obiettivo non sono più io ma chi ha commissionato questo reato”, ha chiosato. 

A rendere ancora più forte il legame con la storia, le bandiere dell’ANPI e della CGIL sventolavano accanto ai grandi papaveri rossi, simbolo del sacrificio dei fratelli Cervi — Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore — fucilati nel 1943 perché colpevoli di libertà. Ed è proprio questo spirito di resistenza e speranza che ha attraversato tutta la giornata: la Pastasciutta Antifascista è un gesto collettivo che unisce passato e presente, storia e futuro. A Mesagne, è stato chiaro che la memoria è ancora viva. E che la libertà, oggi più che mai, ha bisogno di essere difesa. Anche con un piatto di pasta.

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