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Addio a don Angelo Galeone

da Cosimo Saracino
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Si è spento come una candela che consuma lentamente la sua fiamma. Oggi Mesagne piange la morte di don Angelo Galeone, 91 anni, sacerdote e per decenni parroco di San Giuseppe Artigiano. Figura carismatica e decano dei sacerdoti mesagnesi, aveva incarnato con passione il senso più autentico della mesagnesità: l’amore profondo per la città, i suoi cittadini e per le sue tradizioni.
Nato il 17 settembre 1934 da Raffaele e Maria, primo di sette figli, aveva scelto fin da giovane di legare la sua vita al Vangelo.

Fu ordinato sacerdote il 7 luglio 1963 nella Cattedrale di Brindisi, e due anni dopo l’arcidiocesi gli affidò la guida della nuova parrocchia di San Giuseppe Artigiano passando il testimone di parroco agli inizi degli anni 2000. Da allora non lasciò più quella comunità che contribuì a costruire non soltanto con la fede ma anche con una straordinaria capacità di unire, creare, inventare.


Don Angelo aveva il dono di trasformare i luoghi in simboli. Dove c’era un ex stabilimento o un terreno abbandonato, lui vedeva già un punto di incontro, una chiesa, uno spazio di vita comunitaria. Intuì che i quartieri avessero bisogno di un’identità e di un cuore, e per questo promosse la suddivisione in rioni, chiamandoli con i nomi delle realtà che li caratterizzavano. Con lo stesso entusiasmo ideò il torneo della cuccagna che coinvolgeva le famiglie e i giovani, rafforzando quel legame che ha reso San Giuseppe Artigiano una parrocchia viva e riconoscibile.

Fu tra i fondatori e ideatori della Cavalcata dei Re Magi e socio fondatore della Pro Loco. Gli sforzi per l’organizzazione della festa di San Giuseppe Artigiano sono poi confluiti nella intitolazione della piazza antistante la chiesa (costruita su una centrale di trasformazione dell’Enel) proprio alla data del 1* maggio.

Le sue energie si riversarono anche nella promozione dell’Azione Cattolica e del Centro Sportivo, strumenti attraverso i quali accompagnò generazioni di ragazzi. Durante il suo ministero seppe riconoscere e coltivare vocazioni, tanto che tanti giovani della sua comunità scelsero il sacerdozio, segno tangibile della sua guida spirituale: don Pietro Depunzio, P. Cosimo Soliberto, Don Antonio Mitrugno, Don Luigi Maria Epicoco e Walter Vinci.

Lucido fino all’ultimo, ha preparato con serenità il suo passaggio alla vita eterna, lasciando persino un testamento spirituale consegnato all’arcivescovo. Con la sua morte Mesagne perde un punto di riferimento, un uomo che non ha mai smesso di credere nella forza della comunità e nella bellezza della fede vissuta insieme. Se potessimo inviargli un regalo, useremmo la stessa immagine che lui stesso amava richiamare nelle omelie: la tavola imbandita di “purpetti, brascioli e maccarruni”. Grazie don Angelo.

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