“Volevo un tè al limone – La mia vita da bipolare” (Marsilio Editore), già alla seconda ristampa dopo appena un mese dalla pubblicazione, è il titolo dell’ultimo lavoro di Fabio Macaluso che continua il suo tour di presentazione in tutta Italia e che nel prossimo weekend farà tappa in Puglia.
Venerdì 14 novembre alle ore 18:00 sarà in via De Amicis, 51 a S. Michele Salentino e sabato 15 alle ore 17:30 a Mesagne, presso l’auditorium del castello Normanno Svevo, entrambe le presentazioni sono a ingresso gratuito organizzate da Rosalia Fumarola a San Michele Salentino e da Gabriella Lucarella a Mesagne.
A condurre gli incontri sarà la giornalista e scrittrice Anna Rita Pinto, che dialogherà con l’autore presente in sala e con la dott.ssa Anna Manzari, medico psichiatra e direttore facente funzione del distretto socio sanitario 3 di Ceglie Messapica.
Come si rinasce dalle ceneri dopo che il proprio mondo è andato in pezzi? Nel libro “Volevo un tè al limone – La mia vita da bipolare” l’autore racconta la ricerca del delicato equilibrio tra terapia e farmaci per affrancarsi dalle visioni distorte create dalla mente, i passi per riprendersi il proprio tempo e far prevalere gli affetti, senza per questo rinunciare alla libertà e alla curiosità intellettuale. Oggi, posta la giusta distanza da eventi ed emozioni, Macaluso ripercorre la storia di una presa di coscienza che avviene nella vita di ciascuno quando si guardano in faccia i propri limiti. Con coraggio e con la stessa intensità con cui l’ha vissuta, l’Autore rilegge la sua esperienza illuminandola di nuova consapevolezza: «Siamo fatti di memoria: il nostro edificio è più solido se ci avvaliamo delle nostre fondamenta, adattandole o ricostruendole dopo ogni crisi».
Fabio Macaluso, giurista, esperto di comunicazioni e diritto d’autore, è stato manager di alcune tra le maggiori aziende italiane di telecomunicazione e docente a contratto presso varie università nelle materie della proprietà intellettuale e della protezione dei dati personali, sulle quali ha pubblicato diversi saggi. È membro dell’Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell’Informazione e presidente della “Fondazione Casa Rossa” di Bari, che si propone il recupero e la valorizzazione degli spazi di un ex campo di concentramento fascista nell’agro di Alberobello.









