Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La data commemora l’adozione della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (1959) e della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1989) da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il richiamo ai diritti in giornate celebrative come questa si conclude spesso in rappresentazioni effimere, mentre oggi, nel 2025, milioni di bambini continuano a vivere sotto le bombe e nella paura e affrontano ogni giorno la negazione dei diritti più fondamentali: il diritto alla vita, alla protezione, all’educazione, al gioco.
È quanto continua ad accadere in Palestina, dove, nonostante il cosiddetto accordo di pace, dal 2023 circa 20.000 bambini sono stati assassinati dall’esercito israeliano e il suo stato genocida. Nella giornata dei diritti dei bambini e degli adolescenti, Israele incarna la totale negazione dei diritti umani essenziali per la sopravvivenza facendo uso di bombardamenti e distruzione, deportando la popolazione, massacrando almeno 70.000 persone, bombardando scuole e ospedali, privando i palestinesi di acqua, cibo ed energia e non ultimo negando loro le tende per ripararsi dalle inondazioni di questi ultimi giorni.
Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali e deve essere garantito per tutti i bambini del mondo, ma nelle zone di conflitto esso viene sistematicamente violato, privando milioni di minori di un futuro dignitoso.
Oggi a Gaza tutto è ridotto in polvere tra le macerie. L’ONU riferisce che il 95% delle scuole palestinesi è stato distrutto o danneggiato dai bombardamenti israeliani.
In 20 anni le Nazioni Unite hanno documentato oltre 14.000 attacchi contro le scuole nelle aree di guerra. Si tratta di quasi 2 attacchi al giorno per due decenni.
In Sudan, a causa della guerra, oltre l’80% dei bambini sono fuori dalla scuola. In Ucraina, dal 2022 più di 1.700 scuole sono state danneggiate o distrutte, privando così i bambini del loro diritto a un’istruzione sicura.
Gli attacchi alle scuole rappresentano una grave violazione dei diritti dei bambini. Dobbiamo proteggere questi ultimi e il loro diritto all’istruzione in sicurezza.
Il 20 Novembre richiama anche la lotta contro lo sfruttamento minorile nei paesi piu poveri del pianeta. In questa giornata, il nostro pensiero va a Iqbal Masih, un ragazzino dodicenne pakistano che, ridotto in schiavitù, divenne un attivista dei diritti umani e simbolo internazionale della lotta al lavoro minorile. Fu assassinato nel 1995, ma la sua storia divenne un esempio di coraggio e di lotta contro l’ingiustizia e portò a importanti cambiamenti, tra cui la chiusura di numerose fabbriche di tappeti nel suo paese e l’introduzione di leggi a tutela dei bambini. In Italia e nel mondo associazioni, scuole e altri luoghi pubblici portano il suo nome per mantenerne viva la memoria, come Piazza Iqbal Masih a Mesagne, dove la memoria di un bambino vittima di sfruttamento è stata trasformata in un simbolo pubblico di giustizia, diritti e speranza.
Ogni bambino rappresenta il futuro della nostra società: proteggerne i diritti significa costruire comunità più giuste, inclusive e solidali.
Gino Stasi
Mesagne Bene Comune









