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L’operazione “Civico 20” e il ricordo di Paolo Borsellino

da Cosimo Saracino
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PALERMO - SI RIAPRE IL CASO BORSELLINO - LE DICHIARAZIONI DI UN PENTITO POTREBBERO PORTARE ALLA REVISIONE DEL PROCESSO PER LA STRAGE DI VIA D AMELIO DEL 1992 - PAOLO BORSELLINO (Agenzia: EMMEVI)  (NomeArchivio: BORS0w4y.JPG)

EDITORIALE – Mesagne e Paolo Borsellino da oggi in poi saranno ancora più uniti. Probabilmente “Civico 20”, la denominazione data dalla Procura alla operazione antidroga di questa mattina, non è stato ideato facendo riferimento al civico 19 di Piazza D’Amelio dove il 19 luglio 1992 perse la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. Il civico 20 è una abitazione abbandonata di via Mauro Capodieci nel cuore antico della città dove, secondo le indagini della Polizia, gli spacciatori custodivano la droga per venderla anche ai ragazzini. Ma i ricordi tra questa parte del centro storico mesagnese con la figura di Borsellino raccontano di una esperienza di antimafia vissuta più di dieci anni fa. Erano i primi anni del 2000 (probabilmente il 2005) quando Rita Borsellino, in visita a Mesagne per partecipare ad un incontro con gli studenti sull’esperienza di vita del fratello Paolo e sull’urgenza di discutere di legalità, prese parte ad un pranzo estivo preparato in piazzetta dei Ferdinando, dove questa mattina sono arrivati le volanti della Polizia per notificare le ordinanze di custodia cautelare. Un momento conviviale preparato dai soci dell’associazione Ja Nova, una organizzazione di volontariato mesagnese che era molto attiva in questa parte del centro con eccellenti risultati.

A quel pranzo sotto il sole d’estate parteciparono anche i residenti che scesero in piazza per servire Rita Borsellino, simbolo nazionale dell’antimafia. Da quelle esperienze di coinvolgimento dei residenti ad oggi le cose sono cambiate. E tanto, purtroppo. Gli incontri per discutere di legalità si fanno al chiuso o in masserie restaurate lontane chilometri dal centro. Lo sviluppo demografico del centro storico si è spostato nella parte ovest verso piazza Commestibili, piazza Criscuolo, via Azzollino. Le amministrazioni comunali e le associazioni preferiscono concentrare la loro attenzione verso la parte del centro più frequentata abbandonando la zona di San Cripriano e Sant’Anna.

Forse dopo l’operazione di questa mattina possiamo dire che questa scelta è sbagliata. Bisogna riconquistare questo pezzo di cuore antico, “riappropriandoci delle piazze” (come incalzò negli anni ’90 l’allora arcivescovo Todisco); riportando in questi budelli di strade fatte di chianche sconnesse e abitazioni abbandonate attività culturali e discutendo con i residenti che altrimenti si sentono isolati. Solo così daremo ragione alle parole di Paolo Borsellino: «La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità». Cosimo Saracino

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