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Apulia Diagnostic, il Consiglio dice si al Centro di Ricerca. Ma si prospetta una dura battaglia legale

da Cosimo Saracino
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Un momento del Consiglio Comunale a primo piano del Castello

Un momento del Consiglio Comunale convocato a primo piano del Castello

Si prospetta una dura battaglia legale sul processo autorizzativo del nuovo centro di ricerca in genetica oncologica Apulia Diagnostic che dovrà sorgere su via Brindisi. Gli interessi privati in ambito sanitario su questo asse viario della città potrebbero frenare la nuova iniziativa imprenditoriale. Ieri, 29 settembre, nel giorno in cui era stato convocato il consiglio comunale per l’approvazione della Dichiarazione di pubblico interesse dell’iniziativa imprenditoriale privata, è giunta all’amministrazione comunale una lettera redatta dallo studio legale Sticchi Damiani per conto del laboratorio analisi del dottor Costanzo Mardighian. La missiva indirizzata al sindaco e al Responsabile del servizio urbanistica pone in evidenza una serie di questioni sull’articolo 67 delle note tecniche di attuazioni del piano regolatore generale e sulle autorizzazioni preliminari che la nuova struttura avrebbe dovuto presentare in fase di richiesta al Comune. L’avvocato Ernesto Sticchi Damiani mette in guardia i consiglieri comunali e l’Amministrazione comunale sull’eventuale “rilascio di titoli autorizzativi/abilitativi che potrebbero risultare illegittimi” poiché all’interno del nuovo stabile “è prevista la presenza di un laboratorio analisi”.

Il dott. Mardighian ha voluto evidenziare che il nuovo investimento si trova “nel medesimo comprensorio territoriale del Comune e allocato a soli 300 metri” da quello già esistente. Per questo motivo il legale ha sottolineato che: “L’istanza prodotta dalla Apulia Diagnostic, ove rispondente ai contenuti agli incombenti di cui all’articolo 67 potrà trovare riscontro da parte dell’amministrazione comunale solo ed esclusivamente riguardo la verifica della compatibilità del progetto medesimo con le previsioni in materia di urbanistica/edilizia”. Men che meno per l’autorizzazione sanitaria. Il riferimento è alla legislazione regionale a cui bisogna riferirsi per le autorizzazioni all’esercizio delle attività sanitarie “ed, in particolare, quelle di cui agli articoli da 2 a 8 della legge regionale 9 del 2017 richiedono, a tali fini, ulteriori differenti incombenti, tra cui, in primis, il preventivo rilascio, da parte della regione, del parere di compatibilità dell’intervento con la programmazione regionale in termini di fabbisogno. Detta verifica e ovviamente imprescindibile, a maggior ragione nel caso in esame e, ove si consideri che, per quanto noto, la predetta società intenderebbe realizzare una struttura polispecialistica per l’erogazione di prestazioni non solo di cura chirurgica, ma anche diagnostiche, in molteplici branche, ivi compresa la patologia clinica, ove peraltro è già operante il laboratorio scrivente”.

I consiglieri comunali non si sono fatti intimorire dalla lettera ed hanno approvato all’unanimità la dichiarazione di interesse pubblico per il progetto del centro di ricerca. A relazionare per conto dell’Amministrazione Comunale è stata l’assessora all’Urbanistica Palma Librato che ha evidenziato:

“Porto all’attenzione di questo Consiglio Comunale un argomento discusso in Commissione nella data del 25.09.2017, da cui sono emerse delle richieste importanti legati prevalentemente all’accessibilità dell’area a garanzia del mantenimento del buon livello di sicurezza di via Brindisi. Osservazioni recepite dalla ditta proponente attraverso una revisione del progetto ritrasmesso all’ufficio il 27.09.2017.

Ne approfitto per ringraziare la 1° Commissione Urbanistica coordinata dal Consigliere Omar Ture del lavoro svolto su questo tema ma più in generale voglio ringraziare del lavoro metodico e strategico che si sta svolgendo con la sottoscritta.

Il Sig. Stefano Luca GIAFFREDA in qualità di amministratore delegato e co-fondatore della Società Apulia Diagnostic s.r.l. con sede sociale in Mesagne alla via E. Ferdinando n. 41, ha depositato, chiedendone l’approvazione in Consiglio Comunale, secondo la procedura dell’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G., un progetto per la costruzione di un Centro di ricerca genetica oncologica e diagnostica avanzata, da realizzare su area sita in via Brindisi.

Si tratta di un importante intervento per la città che prevede la realizzazione di un edificio da destinarsi a centro di ricerca genetica, oncologica e diagnostica avanzata, sviluppato su due livelli in cui sono ubicati vari laboratori di natura medico-scientifica, ambulatori e studi medici, una sala conferenze, uffici amministrativi a cui si aggiungono attività più commerciali quali una parafarmacia ed un chiosco bar.

Le aree esterne sono attrezzate a verde pubblico, strade e parcheggi. Il lotto ha una superficie fondiaria di mq. 8773 ed è costituito da 2 particelle foglio 41 – p.lle 397 e 284 – con accesso su via Brindisi in prossimità dell’ingresso alla città.

Il progetto si pone come obiettivo principale quello di divenire un punto di riferimento in campo di ricerca genetica, oncologica e diagnostica avanzata lungo l’asse Taranto – Brindisi e sarà così articolato:

– Laboratorio Analisi Genetiche;

– Laboratorio di ricerca Genetica;

– Laboratorio Analisi cliniche;

– Area per diagnostica (risonanza+gabbia, raggix+tomografia, raggi maxillo facciale con OPT, mammografia);

– Area ecografica; – Area dermatologia/estetica; – Area endoscopica; – Ambulatori e studi medici;

– Sala conferenze/corsi; – Uffici amministrativi; – parafarmacia, chiosco/bar, ed aree esterne attrezzate a verde pubblico.

Il terreno oggetto di intervento è ubicato in un’area destinata ad “Aree di uso pubblico” (art. 64 NTA) del PRG avente carattere di relazione con le zone omogenee dello strumento, così come indicato dal D.M. 18 aprile 1968 n. 1444, sia in relazione alla domanda pregressa sia per la nuova domanda con un limite con 18 mq/ab di standard urbanistico, cui andrà commisurato l’onere di cui all’art. 5 della legge n° 10 del 28 gennaio 1977, ora art. 16 del DPR 380/01. Nello specifico il lotto ricade in “Aree per le attrezzature di pubblico interesse generale (Zona F)”, di cui all’art. 67 delle NTA.

L’intervento per come è proposto può rientrare nella fattispecie descritta al comma 1, lett. b) dell’art. 67 delle N.T.A. del P.R.G. che definisce tra le attrezzature di pubblico interesse anche le “attrezzature sanitarie ed ospedaliere, nonché di alloggi e organizzazioni residenziali destinati sia alle esigenze di servizio e custodia, sia alle esigenze di servizio e custodia, sia alle esigenze connesse alla formazione professionale sanitaria”, nel rispetto delle prescrizioni tecniche: Iff  – indice di fabbricabilita’ fondiario max: 2,00 mc/mq; Rc – rapporto di copertura: max 30% dell’area; P  – parcheggi: minimo 20% dell’area; Va  – verde e strade di servizio: minimo 50% dell’area. Per il 50% delle aree sistemate a verde dovra’ essere garantita la Pubblica Fruizione mediante apposita convenzione.

L’ufficio Urbanistica, nella persona dell’arch. Marta Caliolo, che ringrazio, ha verificato la conformità urbanistica redigendo una relazione tecnico-istruttoria favorevole per l’intervento rimandando al Consiglio la decisione circa l’approvazione del progetto e della convenzione secondo il combinato disposto del punto 2) dell’art. 67, che subordina la costruzione di tali attrezzature di pubblico interesse all’approvazione dl progetto da parte del Consiglio Comunale e del punto 3) dell’art. 67, che dispone di stabilire già in sede di proposta, le finalità di pubblico interesse della struttura e quindi, essendo la stessa di iniziativa privata, le modalità attraverso le quali sarà garantita detta finalità. Detta finalità (ovvero ripeto il pubblico interesse che deliberiamo oggi viene definito e disciplinato da apposita convenzione tra l’amministrazione comunale e la società Apulia Diagnostic s.r.l.

La convenzione è stata messa a disposizione di tutti i consiglieri comunali e qui salterei la lettura integrale a meno che non me lo chiedete e ricalco sinteticamente in cosa consiste il pubblico interesse:

  1. La struttura in se risponde al pubblico interesse nel voler dare una “protezione” sanitaria migliore alla città in termini di ricerca scientifica al fine della prevenzione e quindi di raggiungere migliori livelli della qualità della vita – tema trasversale a tutti gli Assessorati e che che sta perseguendo questa Amministrazione;
  2. In dettaglio ripercorro i punti salienti della convenzione che riguardano l’oggetto di scambio pubblico- privato ed in particolare art. 3 della convenzione”.

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