Consideriamo inaccettabile il comportamento che le forze dell’ordine stanno tenendo in questi giorni nei confronti dei cittadini che protestano contro la realizzazione del Tap. Le nostre riserve sul progetto le abbiamo motivate in altre circostanze: tuttavia crediamo che con quanto sta accadendo si stia oltrepassando ogni limite. Non è tollerabile che comuni cittadini vengano insultati e picchiati solo per aver provato a sostenere le loro istanze nei confronti di chi non ha mai voluto realmente ascoltare. Si può essere più o meno d’accordo con le ragioni di chi manifesta, ma non si può in nessun modo convenire con le modalità repressive messe in atto dalla Polizia e dallo Stato. Fa male pensare che tanta brutalità si sia riversata su degli inermi cittadini quando al contempo si stiano lasciando interi territori – come il foggiano – in mano al giogo della bande criminali armate e organizzate. Tutto questo è inaccettabile.
In questi giorni il Ministro Calenda ha parlato di una situazione umiliante per il paese riferendosi ad “un metro e mezzo di tubo che non si riesce a fare”. Calenda riduce una questione di grande rilevanza politica (e geo-politica) ad una bagattella di paese. Il suo tempismo è offensivo se si pensa che giunge a valle di un incidente in un hub del gas in tutto e per tutto simile a ciò che si sta realizzando nelle zone “sotto sequestro” a Melendugno. La “convenienza” è per Calenda una questione prioritaria rispetto alla sicurezza: ma la convenienza di chi? Di certo non quella che ci propinano da 40 anni sul nostro territorio con megaimpianti, discariche e fabbriche della morte. E badate bene, non diciamo questo soltanto in nome di un interesse locale da anteporre ad un interesse nazionale: che quest’opera non serva al Paese intero è stato ampiamente chiarito da voci informate e autorevoli. Perché allora dovremmo caricarci dell’onere di un’opera inutile ai più?
Ci spiace poi constatare che la nuova formazione di “sinistra”, anziché esprimere un giudizio di merito sull’utilità del TAP, si preoccupi unicamente che il gasdotto svolti verso Brindisi “perché non ha vocazione turistica e ci sono già infrastrutture industriali” (Parole di D’Alema, probabile candidato di Liberi e Uguali in un collegio salentino alle prossime elezioni, unitamente a Pino Romano).
Se questa è la lungimiranza della nuova formazione di sinistra alla ricerca di consenso nel proprio collegio, non iniziamo benissimo. E non per fare inutile allarmismo, ma D’Alema & co hanno mai pensato a cosa ne sarebbe di un’eventuale incidente in una centrale TAP all’interno di un’area già ad altissimo rischio come quella industriale Brindisina?
Per questo e per tanto altro solidarizziamo con i cittadini e i manifestanti di Melendugno. Auspichiamo ancora una volta che le varie forze politiche facciano una riflessione seria sul destino ambientale, sociale ed economico della Puglia. Se pensano che bastino slogan illusori “di sule, di mare e di ientu” a rappresentare questo territorio, basterà ricordare loro che c’è chi continua a soffrire e morire in questo “paradiso”: casualmente sono anche coloro che vi vivono. Ricordatevelo (e ricordateglielo). Il Direttivo de La M
[wpdevart_youtube]txYqYw6WYwM[/wpdevart_youtube]