Riceviamo e pubblichiamo: Colpisce l’astio che in più di una occasione i consiglieri di maggioranza hanno riversato sul PD. L’ultima in ordine di tempo è la risposta ad una nota del locale circolo del PD sul rinvio a giudizio del consigliere regionale Mauro Vizzino. Nessuno nelle fila del PD ha condannato Vizzino, al quale peraltro, prima della sua maggioranza, abbiamo augurato di dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono imputati.
Respingiamo quindi al mittente, per i toni sguaiati con cui si risponde, le accuse di sciacallaggio e di speculazione politica; quand’anche il PD avesse voluto speculare su questa vicenda avrebbe avuto diverse occasioni per farlo dal momento che le indagini vanno avanti da diversi mesi.
Piuttosto abbiamo posto una questione di opportunità politica, che poco ha a che fare con la vicenda giudiziaria, ed è data dalla circostanza che un consigliere regionale è imputato in un processo con l’accusa di aver commesso un reato contro la pubblica amministrazione ( peculato ), nello specifico contro la ASL che gestisce risorse dell’Istituzione che lo stesso consigliere regionale rappresenta.
Ai tanti cultori del diritto e del terzo grado di giudizio che albergano nella maggioranza ricordiamo che in caso di sentenza di condanna in I° grado, per la legge Severino, il consigliere in questione sarebbe incompatibile con la sua funzione e quella che oggi il PD pone come una questione di opportunità politica diventerebbe un obbligo di legge. La posizione espressa dal PD di Mesagne è a un tempo tranquilla e pacata, di inconsulto e barbarico ci sono solo le reazioni dei guardiani della maggioranza.
Devono però farsene una ragione, a Mesagne c’è un’opposizione e il PD intende restarci per l’intera durata del mandato elettorale. Il problema del rapporto con il potere piuttosto riguarda, e non da oggi, l’attuale maggioranza che ha fatto del trasversalismo la sua cifra fondante.
Partito Democratico circolo Mesagne.