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Florio: “Il Sindaco impegnato in un lavoro oscuro e prezioso”

da Cosimo Saracino
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Ospitiamo un intervento del collega Giuseppe Florio che attualmente ricopre l’incarico di consigliere politico del sindaco Pompeo Molfetta:

Il sindaco impegnato in un lavoro oscuro e prezioso, nessuno sembra volersi confrontare su questo terreno

Florio GiuseppeLe minoranze rumorose – l’espressione è rispettosa dei dati di realtà, si parla di pochi ma mediaticamente eccitati – si affannano a spiegare come il sindaco Molfetta non sia all’altezza del proprio compito, in uno con una giunta di sprovveduti e con una maggioranza perlomeno opaca.

Il gioco delle parti prevede certamente questo copione (un po’ logoro, a tratti stucchevole), con la differenza però che questi ultimi anni hanno da un lato imbarbarito i termini del confronto dialettico tra chi governa e chi è chiamato a controllarne atti ed intenzioni, dall’altro hanno in qualche misura irresponsabilmente deresponsabilizzato le opposizioni. E cioè: le opposizioni, secondo queste ultime tendenze, possono pronunciare qualunque affermazione senza avere l’onere della prova. E’ invece evidente (per fortuna) che la politica (l’agone virtuale tanto quanto i consessi reali, come il consiglio comunale) è assai diversa da Facebook o da un bar sport: e quindi che una cosa è l’argomentazione, un’altra è la chiacchiera, talvolta dal carico sottilmente o grossolanamente insinuatorio.

Il sindaco Molfetta – e con lui si intende anche la sua giunta e le sue maggioranze, consiliare e politica – hanno intrapreso da appena un anno un laborioso percorso di ricostruzione. Ciò perchè – e basterebbe interpellare la pubblica opinione, apparentemente disinteressata, invero attenta, acuta, critica – prima di lui vi erano parti in macerie o in procinto di crollare o pericolosamente crepate. E quando dico «parti» mi riferisco a settori concreti della cosa pubblica, come il bilancio comunale o l’efficienza, il rigore e la trasparenza della burocrazia e quindi dei servizi erogati al cittadino. Il lavoro intrapreso dal sindaco è certamente oscuro (ovvero non proiettato su quei piccoli palcoscenici a led tanto preferiti da alcune minoranze), ma prezioso perchè radicale e, in quanto tale, ri-fondativo. Pone cioè le premesse per assicurare una amministrazione della cosa pubblica salda, efficace ed efficiente a questa consiliatura ed anche alle prossime. Se egli ha commesso un errore è forse stato quello di farsi assorbire del tutto da questo impegno (che è etico, prima che politico ed amministrativo), trascurando magari di alimentare aspetti più immediatamente appaganti: ha preferito impastare il «panem», in attesa di sfornarlo ed offrirlo ai suoi concittadini, piuttosto che sventagliare più effimeri «circenses». I risultati saranno la sua vera grande opera, una realizzazione intessuta di responsabilità e prospettive.

Su questo terreno però nessuno tra coloro relegati al ruolo di minoranza sembra volersi confrontare, preferendo la guerriglia sui formalismi, su piccoli scivoloni mediatici, sulle ingenuità di un sindaco spontaneista e di assessori alla prima chiamata: in definitiva sulle sembianze e non sulla sostanza.

giuntamolfettaA Molfetta viene poi rimproverata anche l’assenza di esperienza di governo di tutti e 5 gli assessori: perfino dai democratici rottamatori di fede renziana, o dagli ipernovisti di Progettiamo Mesagne, restati in appena due o tre, spediti in curva sud da un elettorato inclemente eppure quotidianamente presenti sulla stampa, come fossero milioni. La scelta del primo cittadino è stata, non mi azzardo a dire: coraggiosa, certamente in assoluta discontinuità con un passato popolato da ingrugniti brontosauri della politica. Almeno per questo, per aver cambiato i volti  degli amministratori (poi si vedrà se in meglio), bisognerebbe ringraziarlo.

Tra 4 anni (perchè, mi duole rammentarlo alle minoranze, la consiliatura ne dura ben 5), l’amministrazione Molfetta sarà chiamata ad un consuntivo serio e senza appello. Nel frattempo, se posso permettermi di consigliarlo (sono il consigliere politico di un uomo che non ha bisogno di consigli e che quindi non mi ascolta mai), faccia più il Pompeo e un po’ meno il Molfetta, assecondi quelle corde che lo hanno sintonizzato con la maggioranza della città, si spinga ulteriormente a compiere scelte coraggiose, rompa definitivamente con quella parte di passato che i cittadini hanno ormai in uggia, fottendosene delle nomenklature o di quel poco che ancora è rimasto.

Giuseppe Florio

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4 commenti

cosimo mercoledì, 8 Giugno 2016 - 13:26

“… si spinga ulteriormente a compiere scelte coraggiose, rompa definitivamente con quella parte di passato che i cittadini hanno ormai in uggia, fottendosene delle nomenklature o di quel poco che ancora è rimasto.” Caro Giuseppe, ove fosse corretta la tua analisi, semplicemente non può. Saluti C. D.

Cosimo Greco giovedì, 9 Giugno 2016 - 11:16

Buongiorno.

Leggo da sempre con piacere e spasso le sanguigne note del “consigliere politico”. L’ho seguito nella sua attività di giornalista e nella sua attività di responsabile del chiuso “Stramesagne”.
Vorrei commentare la sua ultima nota.

Sono del parere che un “consigliere politico” del sindaco – seppur di parte per definizione – dovrebbe evitare le espressioni puntute, colorite, a tratti sbeffeggianti se non insultanti. L’astio viscerale che manifesta rischia di renderlo poco credibile e di danneggiare lo stesso sindaco che lui cerca di difendere, di scusare e di osannare.

Esercitare da giornalista freelance o meno, o gestire uno “Stramesagne” è diverso dal ricoprire il ruolo di “consigliere politico”. A proposito, anche a me fa strano che lo stranavigato sindaco si faccia affiancare da un “consigliere politico”: a me sembra più un addetto stampa.

Ad oggi non ho motivi per non credere nell’onestà e nei buoni propositi del sindaco (d’altronde sta cercando di fare ciò che un qualunque onesto sindaco dovrebbe fare), ma mi rifiuto di immaginarlo chiuso in uno studiolo, pensoso e sofferente per lo sforso di amministrare la cosa pubblica mentre le “minoranze rumorose” gli remano contro cazzeggiando “su quei piccoli palcoscenici a led”.
Remare contro “senza l’onere della prova”? Vedere alla voce Berlusconi, vedere alla voce Renzi. Sembrerebbe che il nostro “consigliere politico” – esattamente come Berlusconi e Renzi – voglia dettare alle immaginate “minoranze rumorose” i modi di esercitare l’opposizione.

Secondo il mio parere un addetto stampa, ma anche un “consigliere politico”, che adotta un linguaggio farcito di
– “minoranze rumorose”
– le opposizioni … “possono pronunciare qualunque affermazione senza avere l’onere della prova”
– “la politica … è assai diversa da Facebook o da un bar sport”
– “una cosa è l’argomentazione, un’altra è la chiacchiera”
– i “relegati al ruolo di minoranza” si vogliono “confrontare … sulle sembianze e non sulla sostanza”
– gli “ipernovisti di Progettiamo Mesagne, restati in appena due o tre”
non fa un buon servizio al suo sindaco. I medesimi concetti possono essere esplicitati in forma anche più dura senza ricorrere a sfottò o a linguaggio “da bar sport”, appunto.

Infine alcune frasi ingenue … per così dire.
La prima: “Il lavoro intrapreso dal sindaco è certamente oscuro … ma prezioso perchè radicale e, in quanto tale, ri-fondativo”. Questa non è altro che una opinione del tutto personale del “consigliere politico”, non è una verità … e comunque si dimostrasse verità sarebbe da gridarla a fine mandato (ricordate la politica degli annunci dei nostri vecchi e nuovi primi ministri?).
La seconda: “La scelta del primo cittadino è stata, non mi azzardo a dire: coraggiosa, certamente in assoluta discontinuità con un passato popolato da ingrugniti brontosauri della politica”. Innanzitutto non si capisce la necessità dell’attributo “ingrugniti”. In secondo luogo il “consigliere politico” dimentica forse che il sindaco è uno dei brontosauri che ha popolato il passato di Mesagne … forse sottintende che non era e non è “ingrugnito”?
La terza: “prima di lui vi erano parti in macerie o in procinto di crollare o pericolosamente crepate”. Il “consigliere politico” vuole per caso farci credere che l’attuale sindaco non ha niente a che fare con il Pompeo Molfetta componente di maggioranza nelle precedenti amministrazioni?

Molte grazie per l’ospitalià (eventuale)
Cosimo Greco.

PS
Ultima citazione: il “consigliere politico” afferma che il sindaco … “ha preferito impastare il «panem», in attesa di sfornarlo ed offrirlo ai suoi concittadini, piuttosto che sventagliare più effimeri «circenses»

… ACH! IMPAGABILE.

Giuseppe Florio venerdì, 10 Giugno 2016 - 11:49

Se avessi voluto seguire le lezioni del prof.Greco, mi sarei iscritto ai suoi corsi. Non gli riconosco, però, la titolarità di impartirne in materia di lingua italiana o registri stilistici adoperati. Lo seguo anche io da tempo, nonostante dissimuli la propria presenza nel mondo virtuale. Anche io sono rimasto colpito da alcune sue prese di posizione, che spiccano non per veemenza ma per presunzione e certamente per logorrea. Gli auguro – dal curriculum sembra ne abbia le competenze – di trovare la quadra: almeno tra la partigianeria e la propria personalità.

Cosimo Greco venerdì, 10 Giugno 2016 - 16:39

Ho solo inteso criticare il “consigliere politico”, non l’uomo (giornalista) Giuseppe Florio.

La sua risposta è tanto piccata quanto incomprensibile, assolutamente carente di argomentazioni ma ricca di enunciati assertivi (impartisco lezioni di lingua e di “registri stilistici”; dissimulo la mia presenza nel mondo virtuale (???); sono presuntuoso; sono partigiano (di chi o di cosa?) ecc.).

In quanto alla logorrea … siamo messi bene tutti e due, va là 🙂
D’altronde l’argomentazione seria richiede qualche parola in più – e magari qualche slogan in meno.

PS: naturalmente accetterò l’amicizia richiestami su Facebook.

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