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I ragazzi del Ferdinando continuano la ricostruzione storica sulla criminalità organizzata a Mesagne

da Cosimo Saracino
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Continua il percorso di ricostruzione storica sulla criminalità organizzata a Mesagne e nel territorio salentino con gli studenti delle terze classi dell’Istituto Epifanio Ferdinando dal titolo “Se la Gioventù le negherà il consenso” curato dall’Associazione Libera e promosso dal Comune di Mesagne nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto negli scorsi mesi.
Il clima di paura e di tensione che si viveva in città durante gli Anni ‘80 è stato testimoniato dalle parole del magistrato dott. De Donno e dalle parole toccanti di un parente di una vittima di mafia negli appuntamenti del 15 febbraio e del 15 marzo.
La proposta formativa è ora rivolta a considerare la difficile presa di coscienza dell’intera cittadinanza in quegli anni, nei confronti di un fenomeno criminale in continua crescita, alle azioni messe in atto da parte di chi rivestiva ruoli amministrativi, al ruolo dell’associazionismo e della cittadinanza intera.
In questa seconda fase gli studenti hanno potuto visitare lo scorso 2 marzo uno dei primi beni confiscati, l’immobile in via G. Trono.
Proprio questo bene, negli anni successivi alla confisca, divenne sede dell’ormai storico centro di aggregazione giovanile “Allegra Compagnia”. Il Centro fu inaugurato nel 2004 proprio da Don Ciotti e rappresentò fino al 2009 uno degli interventi di contrasto al dilagare del fenomeno criminale che nei giovani trovava forze nuove da “arruolare”. Accogliendo gruppi eterogenei di giovani adolescenti il Centro Allegra Compagnia contribuì, grazie alle diverse iniziative messe in atto, all’ascolto dei frequentatori, alla vicinanza alle problematiche tipiche del disagio adolescenziale (ma anche familiare e sociale) ed a contrastare quello che – nella maggior parte dei casi – poteva essere il fenomeno del “reclutamento” nella criminalità.
Gli studenti liceali hanno incontrato lo scorso 16 marzo alcuni dei ragazzi frequentatori del Centro “Allegra Compagnia”, i quali hanno raccontato l’esperienza vissuta in quegli anni e la svolta avvenuta grazie alle abilità apprese attraverso i vari laboratori nello stesso Centro sotto la guida delle educatrici e di Arturo La Palma, esperto di break dance. Oggi alcuni di loro sono titolari di piccole imprese come “Danza in disordine”, nota sull’intero territorio nazionale per le sempre più frequenti apparizioni televisive.
L’immobile di via G. Trono oggi ospita oggi la sede dell’Opificio Sociale, realtà dedicata al territorio e finanziata dal bando regionale “Libera il bene – Avviso pubblico per la promozione del riuso dei beni confiscati in puglia alla criminalità organizzata”. La struttura è stata riqualificata e riportata a nuova vita. Essa rappresenta un attivatore di risorse per l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva attraverso una rete che coinvolge gli attori del sistema economico – istituzionale locale e regionale ed i principali settori produttivi, divenendo un laboratorio permanente di idee e azioni finalizzate alla promozione e sviluppo del territorio.
I giovani del progetto “Se la Gioventù gli negherà il consenso” hanno inoltre partecipato lo scorso 21 marzo a Foggia alla XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia. Hanno sfilato, forti di una presa di coscienza di un fenomeno che ci si augura non si debba più ripetere, e gridato il loro no alla mafia in una terra, come quella del foggiano, oggi fortemente e tristemente marchiata da un fenomeno criminale sempre più in crescita.
Il 6 aprile scorso si è poi concluso l’ultimo appuntamento dedicato alle testimonianze, protagonisti sono stati due ex Sindaci della città: il prof. Damiano Franco e l’avv. Mario Sconosciuto.
Damiano Franco ha raccontato gli anni difficili della lotta alla criminalità mentre Mario Sconosciuto ha parlato dell’arrivo di Libera e dei primi interventi di confisca dei beni. Preziosa è stata anche la testimonianza di padre Carmelo Vitrugno, oggi Padre Cappellano all’Ospedale Sandro Pertini di Roma che attraverso una registrazione video ha raccontato la sua esperienza di giovane adolescente nel Centro Storico di Mesagne, la vita della città negli anni ’60 e ’70, il declino negli anni ’80 – vissuto come parroco del Carmine – cosi come la ripresa il cui elemento caratterizzante è stato “lo stare tutti insieme”: istituzioni, associazioni e cittadini.

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