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ERO FORESTIERO: LA CHIESA DICA PAROLE DI PACE

da Cosimo Saracino
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Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25,35), il metro di giudizio che “quando il Figlio dell’Uomo verrà” separerà i “giusti” dai “maledetti”, ritorna alla nostra mente in questi giorni in cui idee xenofobe e fasciste camuffate da immotivate paure alimentano la contestazione al progetto di aprire nel quartiere Casale a Brindisi, notoriamente abitato da famiglie benestanti, una comunità per minori stranieri non accompagnati.

Sicuramente coloro che nel vangelo hanno ospitato il forestiero l’avranno fatto con qualche fastidio, è facilmente immaginabile che non sia stata una passeggiata. Come il fastidio che si prese il samaritano per soccorrere l’uomo depredato senza chiedergli se fosse giudeo o della sua stessa religione. Dispiace perciò leggere le dichiarazioni attribuite al parroco del quartiere che avrebbe detto “la questione esula dalla mia competenza, ora sono impegnato su altri fronti. Io mi occupo di spiritualità non di queste vicende”. Parole che (se pronunciate ma speriamo siano pubblicamente smentite) suonano sorprendentemente indifferenti ad un dramma così attuale e per le quali esisterebbe una spiritualità senza storia. Ancor più strane sulla bocca di un francescano il cui fondatore voleva vivere il vangelo “sine glossa”.

Auspichiamo che altre espressioni della chiesa e dell’associazionismo religioso vogliano far sentire la loro voce di pace in questo triste momento.

Il Gruppo del Manifesto4Ottobre

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