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Da una riva all’altra della memoria

da Cosimo Saracino
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A 28 anni dall’anniversario dell’accoglienza degli Albanesi, e in preparazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno del 21 marzo, si è rivelato un successo il convegno, «‘91/’19: da una riva all’altra della memoria», organizzato da Libera Brindisi e dal Collettivo Polaroads svoltosi presso la Sala conferenze di Palazzo Nervegna: Domenico Mirabella, fotografo del Collettivo, ha moderato un incontro commovente con lo sfondo degli scatti- testimonianza dei fotografi Massimiliano Frigione e Damiano Tasco, commentati in un tripudio di evocazione della parte migliore dei brindisini.

Storie, racconti, icone di ognuno centellinati dalla testimonianza commossa della giornalista Tea Sisto che ha vissuto da professionista e da donna i sorrisi dei 27mila Albanesi approdati sulla «terra promessa», e l’ospitalità dei brindisini senza paura e diffidenza per l’altro.

Toccante l’intervento di Cosetta, una bambina che ha fatto la traversata nel lontano 1991, oggi mamma e donna realizzata di Brindisi, del Presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Cellie, e di Domenico Mirabella che ha letto la lettera ricevuta un anno fa dal bambino che accolse con amore la sua famiglia, oggi uomo residente a Bergamo con i figli e la moglie.

Arrivarono 27mila profughi albanesi il 7 marzo 1991 nel porto di Brindisi: scelsero il mare come ultima loro speranza per chiedere un po’ di pace, pane e tranquillità, sognando un futuro migliore in Italia, lontano dalla crisi economica e dalla dittatura comunista in Albania. Affrontarono il mare in condizioni disumane rischiando una morte atroce in un esodo biblico e in un’emergenza umanitaria che l’Italia non era pronta a fronteggiare.

27mila vite tenute col fiato sospeso fino alle dieci del mattino del 7 marzo 1991, ora in cui le trattative tra i parlamentari italiani e autorità albanesi finalmente terminarono, e un fiume di bambini, donne e uomini stremati, affamati e assetati, poterono toccare terra. No, l’Italia non era pronta.

Eppure i brindisini, guidati dal sindaco Giuseppe Marchionna e dal viceprefetto Bruno Pezzuto, dimostrarono esattamente il contrario aprendo le loro case, le loro scuole e chiese a chi veniva dalla riva opposta.

Sorrisi, lacrime e abbracci diventati eterni grazie agli occhi di chi è rimasto per giorni interi sulla banchina: dal fotoreporter Pier Paolo Cito, ai fotografi Damiano Tasco, Mario Gioia e Massimiliano Frigione, che ricordano ancora oggi quanto siamo stati umani. E quanto dovremmo continuare a esserlo.

Il Collettivo Polaroads invita a, chi ne fosse in possesso, di inviare foto, lettere e testimonianze di quel 7 marzo 1991 all’indirizzo polaroads@gmail.com per contribuire alla realizzazione di un archivio storico che possa diventare patrimonio della memoria brindisina. Fabiana Agnello

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