(da BuoneNuove di Aprile) – I lavori commissionati dall’Acquedotto pugliese nel cuore antico di Mesagne stanno facendo affiorare frammenti di storia. La benna dell’escavatore affonda il suo morso fino ad una profondità di un metro e settanta centimetri. Ed ogni volta è un’attesa. A vigilare c’è l’archeologa Doris Ria originaria della provincia di Lecce, incaricata direttamente da Aqp per sorvegliare le fasi di scavo. Ma che cosa sta emergendo? “Abbiamo iniziato a scavare di recente – dice la dottoressa Doris Ria -. I lavori effettuati fino a questo momento hanno interessato solo una piccola percentuale di strade rispetto al progetto complessivo. Gli interventi sono stati effettuati in un terreno dove passano anche altri sotto servizi. Quindi ci troviamo di fronte a luoghi già scavati e ricoperti da rinterri. All’interno di questo materiale abbiamo recuperato dei frammenti di ceramica che, da una prima analisi, potrebbero appartenere ad un arco cronologico abbastanza ampio. Abbiamo frammenti con vernice nera, tipici di una ceramica ellenistica, e tanto materiale medievale”. Una scoperta che conferma sempre di più la presenza di insediamenti umani nel centro storico risalenti a diverse migliaia di anni addietro. “Stiamo raccogliendo le ceramiche più particolari con delle decorazioni significative – spiega l’archeologa -. Ci aspettiamo di trovare qualcosa di più interessante quando andremo ad intervenire in zone non scavate in precedenza”. Il progetto di rifacimento dei tronchi Aqp, infatti, subirà dei cambi di tragitto su piazza Orsini del Balzo I tecnici hanno pensato ad un cambio di andamento della condotta e sarà qui che, molto probabilmente, ci potranno essere delle scoperte interessanti. Gli operai della ditta Spinosa sono molto attenti ai ritrovamenti. Nell’ufficio di piazza dei Commestibili, dove c’è la sede operativa della società, ci sono cassette piene di frammenti di ceramica. “Stiamo raccogliendo il materiale e facciamo una prima campionatura dei frammenti, successivamente sarà la Sovrintendenza che ci darà delle indicazioni su dove conservarli”, aggiunge l’archeologa. Durante questi lavori, sono state trovate delle tombe? “Ancora no. Abbiamo rinvenuto su via dei Resta un lastrone che si trovava in uno strato di riempimento. Potrebbe essere un lastrone di tomba messapica utilizzato per altro. Ma non possiamo esserne certi”, conclude l’esperta.