I Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni e della Stazione di Latiano, coadiuvati dai militari del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno (BA), hanno operato una perquisizione nella storica dimora del clan mafioso torrese della famiglia “Bruno”, la masseria Canali di contrada “Canali” di Torre Santa Susanna. L’importante dimora quartier generale e simbolo del potere e degli affari della famiglia “Bruno”, luogo all’interno del quale la consorteria ha adottato importanti decisioni operative riguardanti le dinamiche criminali della Sacra Corona Unita nella provincia di Brindisi, è stata sottoposta a perquisizione. Presenti alle operazioni gli stretti congiunti dei fratelli Bruno, Andrea e Ciro, entrambi detenuti il primo per il 416 bis e per traffico di stupefacenti e il secondo per associazione per delinquere e omicidio. In libertà il fratello maggiore Bruno Giuseppe, presente alle attività di perquisizione. Quest’ultimo è stato subito allertato dal figlio, appena il giovane ha notato giungere i militari nella masseria. In quel frangente, ha avvertito telefonicamente e a gesti gli altri congiunti della scomoda presenza dei Carabinieri. È stato pertanto in quel lasso temporale che Bruno Giuseppe, uscito da una stalla con uno scatolone tra le mani, ha tentato velocemente di raggiungere una cisterna nel retro dei fabbricati della masseria con l’intento di occultarlo. Prontamente bloccato dai Carabinieri, nello scatolone che teneva stretto tra le mani, è stato rinvenuto un tesoro, 350.000,00€ in contanti, formato da tre mazzette sfuse in tagli da 20, 50 e 100 €, nonché 7 buste confezionate sottovuoto con all’interno banconote da 50,00€. In relazione all’ingente rinvenimento di denaro, che è stato sottoposto a sequestro, Bruno Giuseppe e gli altri congiunti presenti non hanno fornito alcuna plausibile motivazione ovvero documentazione probatoria. Nel corso delle operazioni, in un locale attiguo al luogo dal quale Bruno Giuseppe ha tentato di fuggire per occultare il denaro, è stata rinvenuta sia la macchina che il materiale per il confezionamento sottovuoto. Nell’ambito della perquisizione domiciliare, nell’abitazione dell’intestataria della masseria, moglie di uno dei fratelli Bruno detenuti, sono stati rinvenuti 7 vasi in ceramica di interesse archeologico, sottoposti a sequestro per gli ulteriori approfondimenti da parte dei militari dell’Arma della Tutela del Patrimonio Culturale. Sono in corso accertamenti finalizzati a stabilire la provenienza dell’ingente somma di denaro.