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L’abbandono di Parco Potì e le lamentele dei residenti

da Cosimo Saracino
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Lavanda, rosmarino, ginestre, margherite, papaveri, campanelle, lobelie: una passeggiata nel Parco Potì permette di essere abbracciati dai buoni profumi che regala la natura in primavera. Quella costata alla città di Mesagne circa 2 milioni e trecentomila euro tra finanziamento di rigenerazione urbana e fondi comunali, e che oggi è in stato di semi-abbandono: non possiamo che dar voce ancora una volta ai residenti del quartiere “Seta” ed “Ex Campo Sportivo” speranzosi che il bel polmone verde, esempio di smart city, sarebbe stato una svolta per le zone più popolose della città.

Nonostante le continue lamentele indirizzate all’amministrazione comunale, uno dei giardini pubblici più grandi della città, è lasciato alla mercé dei vandali e degli incivili che continuano a imbrattare le pareti e a compiere azioni disgustose nei locali del bagno pubblico. Purtroppo manca un serio controllo, nonostante una miriade di telecamere di videosorveglianza installate e nonostante qualcuno provi a mettere ordine e a sistemarlo nella maniera più decorosa possibile. Il parco è frequentato da famiglie e bambini che usufruiscono dei servizi igienici e ogni volta si ripete la stessa storia: porte divelte e pericolose, serrature rotte, sporcizia ovunque. E in tutto questo, l’amministrazione comunale continua ad essere assente, cieca e sorda.

Che il parco sia stato abbandonato a se stesso lo si evince perfino dall’erba alta che copre il Monumento  donato dall’Avis in occasione del suo 40esimo anniversario al Parco Potì: scompare completamente dagli occhi di chi passeggia nel parco, da quelli dei ragazzini in comitiva che addentano un panino sulle panchine (rotte)  e dagli occhi dei componenti di varie associazioni che, alternandosi, affollano la Sala di Vetro. Eppure, per la realizzazione di Parco Potì l’amministrazione comunale ha coinvolto in vari incontri i cittadini, il comitato di quartiere, addirittura le scuole e tanti bambini per modificare e migliorare il progetto iniziale per una “zona 30” a tutela degli utenti e residenti. Inutili sono state fino a ora le lamentele da parte dei cittadini e dei commercianti che hanno sempre chiesto gli interventi da parte dell’amministrazione sulla considerazione del Parco, inaugurato nel giugno 2016 e trascurato persino  a Natale: a Parco Potì non vi era neanche una stella.

Chi non ha la possibilità di raggiungere la Villa comunale deve adattarsi a fare la fila per salire sull’unico scivolo o l’unica altalena; per non parlare dell’area fitness: attrezzi rotti e arrugginiti. Eppure, nonostante l’assenza e l’indifferenza di chi dovrebbe provvedere alla manutenzione del polmone verde, c’è chi, organizzando eventi, riesce a raccogliere giovani provenienti da più province, animando le serate di Parco Potì. Fabiana Agnello

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