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Il grande spettacolo offerto dai Mondiali di calcio femminili – di Claudia Carone

da Cosimo Saracino
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Si sono conclusi i campionati del mondo di calcio femminile, che hanno visto la vittoria del quarto titolo alle campionesse in carica degli USA. Questi mondiali,  almeno a giudicare dagli ascolti non hanno avuto niente da invidiare a quelli maschili, in più per quelli che hanno avuto la fortuna di assistervi(sia in tv che sugli spalti)hanno appezzato un buon spettacolo. La cosa che è balzata subito agli occhi è stata la quasi assenza di fischi, sia in tribuna che in campo con gli arbitri (tutte donne) che hanno interrotto il gioco pochissime volte, a dimostrazione della correttezza e sportività in campo; l’altra cosa che si è notata è stata la totale assenza di sceneggiate e simulazioni, cose che avvengono sistematicamente e frequentemente in campo maschile. Si può dire che si è assistito ad uno spettacolo soprattutto dal punto di vista tecnico accettabilissimo, con alcune individualità di spicco che sono emerse durante l’arco del mondiale. L’Italia è andata al di là di ogni previsione, ha fatto molto di più di quanto era nelle sue possibilità, tenendo conto che le calciatrici italiane hanno ancora uno status di dilettanti, ed hanno dovuto competere con altre nazioni che vantano nelle loro fila calciatrici “ professioniste”. L’Italia ha dovuto attingere da un “serbatoio” di ventitremila tesserate che sono una goccia in confronto alle milioni di tesserate di altre nazioni stellari. Gli Stati Uniti sono apparse di un altro pianeta, lì il calcio femminile è molto diffuso e offusca quello maschile, c’è una diversa mentalità, viene giocato da molte ragazze ( anche la figlia dell’ex presidente Bill Clinton, Chelsea giocava a calcio) e viene sviluppato in ogni dove (scuole, campus universitari ecc); addirittura le calciatrici più famose sono ricercate per essere protagoniste di spot pubblicitari. L’Italia nel suo piccolo ha fatto la sua parte, con alcune nostre atlete impegnate anche in campionati esteri, ma in alcuni match si è pagato lo scotto dell’inesperienza( quasi tutte le nostre atlete erano alla prima esperienza e con poche partite giocate in nazionale). Si spera che questa esperienza serva a tutto al movimento al “ femminile” e sia di esempio per un calcio pulito, genuino, giocato impersonificando i veri valori dello sport quali la correttezza, il rispetto per tutti ( in tutte le partite del mondiale ci sono state pochi ammoniti e solo quattro espulsioni) l’amicizia e grande fair-play.

Di sicuro, come anche dichiarato dal Presidente della Repubblica che  ha accolto la Nazionale al Quirinale, le nostre ragazze “hanno vinto, qui in Italia. Hanno conquistato la pubblica opinione, acceso i riflettori in modo non più revocabile. Non posso fare a meno di sottolineare che è del tutto irrazionale e inaccettabile la differenza tra calcio maschile e femminile, che ha dimostrato di aver raggiunto qualità tecnica, e vorrei aggiungere senza ricorso a infingimenti e simulazioni,che possono essere utili ma meno sportive. Lo sport è importante, voi avete spinto moltissime bambine a seguire il mondo del calcio, questo amplierà la platea: e se con una platea così ristretta abbiamo una Nazionale di questo livello, possiamo sperare”.

E fanno ben sperare anche le parole del Presidente della FederCalcio Gravina, che afferma che “Con la partecipazione dell’Italia ai Mondiali di Francia è stata abbattuta ogni differenza di genere nel calcio”.

Toccanti ed emozionanti invece, le parole della capitana Sara Gama, che ha citato l’articolo 3 della Costituzione Italiana legandolo al numero della sua maglia. Articolo della nostra meravigliosa Costituzione che è sempre bene ricordare: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Certo la strada per sfatare alcuni tabù è ancora lunga, ma se si continua così, le ragazze faranno ricredere i più scettici e si potranno conquistare uno spazio confacente alle loro enormi possibilità. Una cosa è certa, adesso accanto ai vari Chiesa, Verratti, Belotti qualcuno accosterà Sara Gama, Barbara Bonansea, Manuela Giuliani, Valentina Giacinti, Cristiana Girelli… nomi che fino a qualche tempo fa erano anonimi.

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